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Home » Editoriali » Il crollo che ci ha spezzato il fiato

Il crollo che ci ha spezzato il fiato

Domenico Vecchio Di Domenico Vecchio
20 Maggio 2025
in Editoriali
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Proprio non ci voleva. Non adesso. Non mentre Agrigento cerca disperatamente di rialzare la testa. Il crollo dell’ex Ospedale di via Atenea arriva come un pugno allo stomaco, nel momento in cui l’autostima collettiva è ai minimi storici. Da settimane, la città è attraversata da un vento gelido fatto di notizie di suicidi brutali, di inchieste su mazzette e tangenti, che insinuano un dubbio doloroso: possiamo ancora fidarci delle istituzioni?

E poi, come se non bastasse, ecco crollare un sogno. Quello di veder rinascere un luogo simbolico, l’università dei nostri figli, là dove una volta c’era la scuola che ha formato generazioni di agrigentini. Per tanti, quelle aule erano più che un edificio: erano memoria, futuro, identità.

Abbiamo seguito con pazienza i lavori. Abbiamo creduto — forse ingenuamente — che questa volta ce l’avremmo fatta. Che finalmente si sarebbe restituita dignità al cuore della città, e un’opportunità concreta ai nostri giovani. Invece oggi, al posto del nastro da tagliare, resta solo un cartello gelido e amaro:
“AREA SOTTOPOSTA A SEQUESTRO GIUDIZIARIO”.

Uno stop che rischia di diventare definitivo. Perché ora non si sa se, quando, e soprattutto con quali fondi, si potrà mettere mano ai lavori. Servirà un doppio intervento: uno per sanare il danno, l’altro per salvare il sogno.

Tutto questo nel silenzio assordante dell’università, che non ha ancora trovato una sola parola per rassicurare la città. Tutto questo in una città che si rassegna, giorno dopo giorno, a carenze idriche croniche, tasse sempre più alte, servizi che arrancano e B&B che vivono di una stagionalità sempre più corta e precaria.

E poi c’è via Atenea, che dovrebbe essere il salotto buono della città. Ma che salotto è, se è invaso dalle auto? Impossibile passeggiare, impossibile scattare una foto. La ZTL, promessa e mai realizzata, resta solo sulla carta. E ci chiediamo davvero: i commercianti pensano davvero che il transito delle auto favorisca lo shopping? Lo chiediamo con rispetto, ma con chiarezza: chi si ferma a comprare un abito o un gelato mentre le auto sfrecciano accanto, con i clacson e i fumi di scarico a fare da colonna sonora? E poi dove si dovrebbero lasciare, queste auto, visto che posti veri non ce ne sono? Agrigento merita di più. Merita visione, coraggio, progettualità. E, soprattutto, merita rispetto.

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