Agrigento, città dai grandi numeri e dalle grandi contraddizioni. Il record di ascolti per il concerto girato al Tempio della Concordia non è solo un successo artistico e mediatico: è la prova tangibile che, quando si pensa in grande e si lavora con una visione chiara, il risultato è straordinario. Ma, come sempre, dietro ogni grande trionfo, non mancano critiche e polemiche.
Tutto è nato dal desiderio di Piero Barone di suonare davanti al tempio, a pochi passi da casa sua. Dopo il successo dei due sold-out al Teatro Valle dei Templi, Barone lanciò l’idea al suo manager Michele Torpedine (foto) e all’imprenditore Enzo Bellavia: “Adesso dobbiamo pensare a un concerto al Tempio della Concordia.” L’entusiasmo fece il resto. Bellavia e il manager coinvolsero immediatamente il sindaco Francesco Miccichè, e la politica, in vista di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, colse l’occasione per promuovere la città. Il governo regionale di Renato Schifani contribuì a rendere tutto possibile, dimostrando che, con il giusto supporto istituzionale, anche i sogni più ambiziosi possono diventare realtà.
“Voglio esprimere – ha sottolineato con una nota stampa il sindaco Francesco Miccichè – un profondo ringraziamento al presidente della Regione, Renato Schifani, per il suo costante impegno verso il nostro territorio. Il presidente Schifani sta dimostrando con i fatti come Agrigento sia al centro di un processo di grande crescita economica, culturale e sociale: dagli stanziamenti per Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 (che grazie alla nuova legge di stabilità attualmente in discussione all’Ars si integreranno di ulteriori tre milioni di euro) allo sblocco dei lavori per la nuova rete idrica, reso possibile grazie allo stanziamento di dieci milioni di euro già operativo”. (leggi anche)
Eppure, le esigenze televisive – il concerto fu registrato ad agosto, ben prima del gelo di questi giorni – e l’imposizione di un dress code con un pubblico limitato, alimentarono le solite polemiche. La verità è che molte persone faticano a comprendere le dinamiche che regolano eventi di questa portata, dalla necessità di pianificazione alle logiche di diffusione televisiva, sempre più vicine a quelle cinematografiche. Questo successo non è casuale, ma frutto di una visione che, negli ultimi anni, ha portato Agrigento alla ribalta internazionale. Dalla sfilata di Dolce & Gabbana ai due Google Camp consecutivi, fino a questo concerto: eventi che hanno dimostrato come la città dei templi possa essere un palcoscenico mondiale. Ma spesso, invece di sfruttare questa visibilità per crescere, Agrigento si rifugia nel suo cronico vittimismo, perdendo occasioni preziose.
Un tempo si vietava il passaggio delle biciclette durante i Mondiali di ciclismo, e lo spettacolo conclusivo del Mandorlo in Fiore veniva spostato al piazzale Alexander Hardcastle. Oggi, la concezione è cambiata. I luoghi non devono solo essere conservati e contemplati, ma vissuti. Le visite teatralizzate, ad esempio, offrono un’esperienza immersiva che unisce cultura e innovazione.
Il record di ascolti è la risposta migliore a chi critica per il gusto di farlo. Agrigento, grande già dalla sua fondazione come Akragas, ha sempre avuto il potenziale per ospitare grandi eventi. La sfida ora è trasformare questo potenziale in una realtà duratura, in grado di promuovere non solo la bellezza dei luoghi, ma anche il senso di orgoglio e appartenenza di chi li vive. Il successo non è un punto d’arrivo, ma un invito a continuare a pensare in grande. Agrigento, una città che ha dimostrato di funzionare meglio quando osa, deve raccogliere questa sfida e guardare al futuro con ambizione e fiducia.
Nella foto: Torpedine e Miccichè durante un sopralluogo
Leggi anche: Il Volo conquista il Tempio della Concordia e la televisione: uno storico record per Canale 5


Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp