Agrigento si ferma per l’addio a Patrizia Russo: presente anche il sindaco di Solero
“Non piangere, prega per chi deve rialzarsi dal dolore’. Sono le parole pronunciate durante l’ultimo saluto per Patrizia Russo, vittima di un femminicidio e uccisa dal marito. Durante il funerale di Patrizia Russo, celebrato questo pomeriggio presso la chiesa Sacro Cuore di Gesù della Madonna delle Rocche di Agrigento, il vicario del vescovo, don Giuseppe Cumbo, ha pronunciato un’omelia densa di significato spirituale e compassione. Facendo riferimento al passo evangelico di Lc 7,1-11, ha aperto il suo intervento con una toccante immagine:
«Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: “Non piangere!”. Desidero immaginare così l’incontro tra Gesù e Patrizia. Vedendola arrivare alle porte del paradiso, il Signore sarà stato preso da grande compassione per lei e le avrà detto: “Non piangere!”».
Patrizia Russo, insegnante agrigentina di 53 anni, è stata tragicamente uccisa dal marito, Giovanni Salamone, lo scorso 18 ottobre a Solero, in provincia di Alessandria. L’uomo, accusato dell’omicidio, ha poi tentato di togliersi la vita in carcere, ma è stato soccorso in tempo dagli agenti della polizia penitenziaria.
Al funerale ha preso parte in rappresentanza del Comune di Agrigento il vicesindaco Aurelio Trupia, in un giorno segnato dal lutto cittadino in memoria di Patrizia. Presente anche il presidente del consiglio comunale Giovanni Civiltà. Le bandiere sugli edifici pubblici sono state esposte a mezz’asta e alle 12:00 è stato osservato un minuto di silenzio. Per l’ultimo saluto a Patrizia erano presenti anche il parroco di Solero don Mario Bianchi, che fu uno dei primi a giungere sul luogo del delitto, e il sindaco di Solero Andrea Toniato, rappresentando la comunità piemontese dove Patrizia aveva assunto l’incarico di insegnante.
Durante l’omelia, don Cumbo ha voluto rivolgere parole di conforto non solo alla famiglia della vittima, ma all’intera comunità agrigentina. “Non piangere!”, ha detto, immaginando le parole che Gesù avrebbe rivolto a Patrizia vedendola arrivare alle porte del paradiso, rassicurandola sulla sua capacità di continuare a sostenere i suoi cari anche dall’alto.
Concludendo, ha lanciato un messaggio di speranza: «Ragazzo, dico a te, alzati!», invitando tutti a trasformare il dolore in un rinnovato impegno per la promozione della vita, soprattutto in una società afflitta da violenza e solitudine.
In prima fila, i figli di Patrizia, Francesco e Giuliana, con le facce segnate dal dolore e il cuore pieno d’amore, hanno preso la parola al microfono per un commovente tributo alla madre: “È stata portata via da un atto di violenza insensato, un gesto atroce. Non ci sono parole per descrivere il senso di ingiustizia che proviamo, lei meritava solo amore e invece è stata vittima di un volere che non potremo mai comprendere. Noi figli adesso affronteremo una realtà tanto difficile senza di lei, ma lo faremo come ci ha insegnato, portando il suo amore. Ciao mamma.”
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Don Cumbo ha chiuso l’omelia immaginando ancora una volta l’incontro tra Gesù e Patrizia ha ribadito: «Il Signore sarà stato preso da grande compassione per lei e le avrà detto: “Non piangere! Prega per quanti hanno bisogno di rialzarsi dal dolore”».
Allo stadio Esseneto dove in contemporanea con il funerale si Giovava Akragas – Ragusa, è stato affissa una foto di Patrizia ed i giocatori hanno reso un omaggio floreale.
Oggi Agrigento ha dimostrato unità e solidarietà, esprimendo il proprio cordoglio per una tragedia che ha scosso profondamente la comunità.
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