Ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, ma condizionato dall’audizione di un suo dipendente e della stessa vittima, il quarantunenne di Grotte, attualmente sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora, con divieto di avvicinamento, finito a processo con l’accusa di maltrattamenti e atti persecutori (stalking). Dipendente che è stato ascoltato nell’ultima udienza: “Non ho assistito ad alcuna scena”, ha detto. La Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio.
La donna, una trentaseienne, presunta vittima delle violenze, si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Gianfranco Pilato. L’imputato, invece, è difeso dagli avvocati Nicolò Grillo e Vincenzo Vella.
I maltrattamenti risalirebbero dal novembre del 2016, all’aprile del 2018. Nel febbraio del 2018 l’uomo avrebbe aggredito la donna nonostante fosse incinta, scaraventandola a terra, mentre teneva il figlio di un anno in braccio, e l’ha colpita con un calcio nello stomaco. Si torna in aula il 7 aprile, per sentire la 37enne.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp