Vigili del Fuoco, proclamato stato d’agitazione: “Pagati tutti i corpi dello Stato, restiamo solo noi”
I vigili del Fuoco siciliani – con una nota stampa – hanno proclamato lo stato di agitazione con la possibilità di indire uno sciopero generale: alla base del conflitto ci sarebbe la mancata erogazione di risorse economiche maturate – come il Sisma per il Centro Italia, la campagna estiva AiB, il presidio all’Hotspot di Lampedusa – che invece sarebbero state effettuate nei confronti degli altri corpi dello Stato.
IL COMUNICATO. La scrivente Organizzazione Sindacale, in riferimento all’oggetto, con la proclamazione dell’immediato stato di agitazione del personale del CNVVF chiede l’attuazione della procedura di raffreddamento ai sensi della normativa in vigore. Il ricorso alla mobilitazione del personale dei Vigili del Fuoco, che si riserva di promuovere lo sciopero regionale di categoria, è determinato dalla non risposta della Direzione Regionale Sicilia e della Direzione Centrale, alle note USB prot. 43/2017 e prot. 01/2018 inerenti i mancati pagamenti degli emolumenti G7, AIB 2017, Hot Spot Lampedusa e spettanze a vario titolo, di competenza, dei Comandi Provinciali e della Direzione Regionale e/o Centrale.
La USB ritiene che il silenzio dei vari livelli dell’Amministrazione, alle legittime aspettative del personale VVF siciliano tutto, che ha partecipato con grandi meriti e competenze agli eventi e alle emergenze di cui sopra, è inaccettabile, specie in momenti in cui la crisi non risparmia nessuna famiglia italiana, pertanto non è più tollerabile che i VVF e le loro famiglie debbano essere privati di importanti risorse economiche, determinando evidenti disparità di trattamento tra i lavoratori degli altri Corpi di Stato ( vedi G7).
In ragione di quanto rappresentato, e di altro che ci riserviamo di esporre in sede di conciliazione, dichiariamo lo stato di agitazione regionale di categoria e chiediamo l’immediata applicazione della normativa vigente. Si ricorda che nessun atto pregiudizievole può essere compiuto durante la fase di conflitto in atto, onde evitare l’inasprimento del conflitto stesso.