Ormai in questa terra non si crede più a niente. C’è tanta, troppo sfiducia. Anche questo è un danno causato da chi in questi anni a vari livelli ci ha governato. La nostra provincia al momento resta quella del nulla. Quando qualcosa viene cominciato, come la SS 640 per fare un esempio, rimane incompiuta. Siamo la provincia dei veti. Del no su tutto.
Delle università chiuse, degli ospedali sotto organico, dell’acqua e della spazzatura più cara. Delle fogne a mare, della Scala dei Turchi interdetta ai visitatori. Degli alberghi costruiti lontano dalle spiagge. Delle discariche abusive. Delle Cattedrali in procinto di franare. Della mancanza di speranza, della mala politica. Ecco perché giustamente, anche se fosse vero, la gente ha ragione di non credere più in nulla.
Ad Agrigento e nella nostra provincia se continua così, per la disperazione, non crederemo più nemmeno ai santi. Le europee si avvicinano e di colpo qualcuno si accorge che qui mancano strade e aeroporti.
Alla visita di ieri di Antonio Tajani all’ARS si è parlato a lungo di strade disastrate, collegamenti quasi inesistenti, disoccupazione ai massimi livelli e di tutti problemi che attanagliano la Sicilia (e Agrigento) da anni e di cui solo ora se ne stanno accorgendo.
Se si costruisse l’aeroporto, alle condizioni attuali, verrebbe utilizzato principalmente per volare via.
È triste constatare che non ci resta che fuggire altrove. I nostri giovani cominciano ad emigrare per gli studi e giustamente no non fanno più rientro.
Troppo spesso siamo stati illusi con promesse vane e con scadenze non rispettate. Ormai la normalità è il disservizio e il compimento di lavori ordinari, come aggiustare una strada o ripulire un quartiere, viene recepito quasi come un miracolo dai cittadini.
Quando si ha difficoltà a fornire un servizio “normale” come rilasciare la carta d’identità ai cittadini, come si può credere alla costruzione di un aeroporto?