Ha avuto luogo nel pomeriggio la traslazione dal cimitero comunale di Canicattì alla chiesa di Santa Chiara delle spoglie del Beato giudice canicattinese Rosario Livatino, primo magistrato elevato agli onori degli altari, ucciso a 38 anni dalla mafia il 21 settembre 1990. Così come disposto dall’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, autorizzata dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi.
Alla cerimonia presenti le più alte cariche civili, militari e religiose dell’intera provincia. Il prefetto di Agrigento, Salvatore Caccamo, il sindaco di Canicattì Vincenzo Corbo, e i vertici di Polizia di Stato, Arma dei carabinieri e Guardia di finanza, hanno reso gli onori al martire della giustizia e della fede.
L’Arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, dopo un momento di preghiera ha aperto le porte della cappella della famiglia Livatino ed è stata eseguita l’estumulazione. Dopo la sistemazione della cassa lignea con il corpo del Beato Giudice nella cassa di rinforzo in zinco, è partito il corteo, che percorrendo via Nazionale, via Capitano Ippolito, piazza IV novembre, corso Umberto, ha raggiunto prima il Municipio, poi la chiesa San Diego. Dopo un breve momento di preghiera, il corteo ha percorso viale Regina Margherita, con sosta davanti la casa di Livatino, viale della Vittoria e via Guggino, fino alla chiesa Santa Chiara.
È stata scelta la chiesa di Santa Chiara piuttosto che la Chiesa Madre, dove era stato battezzato il giudice canicattinese, che si trova in centro storico, e la chiesa di San Domenico, dove lui frequentava la celebrazione dell’Eucaristia e aveva fatto il percorso alla Cresima, perché è una chiesa moderna, si trova alla periferia, non molto lontana dalla casa dove viveva Rosario Livatino e ha tutte quelle caratteristiche per poter accogliere gruppi di pellegrini in sicurezza, è spaziosa, può accogliere più di mille fedeli.




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