Tre giorni di eventi culturali, tra Licata e Realmonte, per rimarcare la necessità della sostenibilità della filiera del Mediterraneo, sottolineando l’importanza del «recupero dei gesti». Tre giorni dove la cucina e il rispetto dell’ambiente sono stati al centro del dibattito.
Ha riscosso un grande successo, forse al di là anche di ogni più rosea aspettativa, l’evento «Nnumari» che in siciliano significa appunto«nel mare» organizzato dallo cheflicatese, con due stelle, Michelin, Pino Cuttaia, titolare della Madia di Licata. Evento che è stato sostenuto e sponsorizzato anche da Banca Intesa San Paolo, che ha organizzato una «finestra» informativa all’interno del programma della tre giorni, con un convegno a Realmonte.
Il convegno dal titolo «L’agroalimentare in Sicilia, sinergie con turismo ed enogastronomia» ha permesso a Intesa Sanpaolo e Srm il Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno del Gruppo di presentare un’analisi sull’andamento e sulle prospettive di crescita del settore. «L’isola è prima in Italia per superficie destinata alle colture biologiche – è stato detto – e seconda nel Mezzogiorno per numero di vini certificati. Nel 2018 oltre 15 milioni di presenze nella Regione: la componente straniera in termini di arrivi cresce del 6,6%».
I lavori, aperti dal saluto del presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, si sono svolti nella Sala Eventi del Madison di Realmonte. Durante il dibattito sono intervenuti Massimo Deandreis, Direttore Generale Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, Pierluigi Monceri, Direttore Regionale Lazio, Sardegna e Sicilia di Intesa Sanpaolo, Pino Cuttaia, Chef e promotore dell’iniziativa «Nnumari», Antonio Rallo, Presidente del Consorzio tutela vini doc Sicilia e amministratore delegato di Donnafugata, e Raffaele Borriello, Direttore Generale Ismea.
«La sinergia tra turismo, agroalimentare, enogastronomico e ambiente rappresenta un importante fattore di crescita economica per la Sicilia – spiega Pierluigi Monceri, Direttore Regionale Lazio, Sardegna e Sicilia di Intesa Sanpaolo. Il legame tra questi settori è già fortemente radicato sull’isola, ma occorre continuare a investire su alcuni aspetti fondamentali come l’innovazione, la sostenibilità, l’organizzazione e la mobilità interna».
Pino Cuttaia che ha ricordato l’obiettivo di queste giornate di «Nnumari». «Durante il percorso della mia carriera – ha detto Cuttaia – ho capito come la Sicilia, il mio territorio, sia il frutto delle contaminazioni dei popoli che hanno vissuto in questa terra. L’arte culinaria del mio territorio non è altro che il frutto di queste diverse esperienze».
Intanto a Licata, ieri sera c’è stata la chiusura della manifestazione con un talk con il ricercatore Giovanni Stanghellini che ha affrontato il concetto di innovazione in agroalimentare e i partenariati per la ricerca come strumenti per lo sviluppo sostenibile. Poi le masterclass con gli chef Pino Cuttaia e Matteo Baronetto. (Giornale di Sicilia)
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