Concessi gli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico, per il fornaio Vincenzo Filippazzo, 47 anni, di Porto Empedocle, accusato di avere cercato di uccidere uno dei titolari della macelleria di via Garibaldi, nell’abitato empedoclino. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Agrigento, accogliendo la richiesta dei legali difensori dell’indagato, gli avvocati Salvatore Pennica e Luigi Troja.
Tutto sarebbe partito da un messaggio audio diffuso su WhatsApp, registrato nei mesi scorsi dalla compagna di Filippazzo, con cui dava una falsa notizia della figlia di un macellaio empedoclino, a detta dalla stessa, contagiata dal Coronavirus, seguito da un secondo audio, in cui invitava i cittadini a non andare nelle macellerie.
Filipazzo, per questo motivo sarebbe stato picchiato dai due titolari della macelleria di via Garibaldi, e avrebbe denunciato l’accaduto. Poi la decisione di vendicarsi, portando con se la pistola. Avrebbe cercato di sparare per ben tre volte, ma per altrettante volte l’arma si sarebbe inceppata.
I legali difensori di Filippazzo hanno negato la tesi dell’inceppamento della pistola, chiedendo al giudice di riqualificare l’accusa da tentato omicidio a minaccia.