Normalmente il delitto di stalking viene associato a casi dove, tra le parti, vi sono rapporti affettivi e sentimentali, attrazioni o gelosie e ossessioni amorose, spesso esplose a seguito di cessazioni di tali relazioni o coabitazioni. In realtà il reato di stalking va inserito in un più ampio contesto, infatti, una recentissima curiosa pronuncia della Corte di Appello di Milano ha esplicitamente configurato “lo stalking condominiale”, oltre nei casi di rapporti sentimentali terminati, dunque, anche nelle convivenze condominiali in cui la vicinanza abitativa e le occasioni di incontro sono molto frequenti la condotta del persecutore assume rilevanza e può portare ad integrare il delitto di stalking.
E’ proprio quello che è accaduto ad un intera famiglia dell’entroterra che si è vista per diversi anni apostrofare da un altro nucleo familiare di condomini con espressioni offensive come ”famiglia di m….”, “pezzo di porco”, ”siete malati”. In più occasioni si sono visti oggetto del lancio dal balcone di liquidi, avanzi di cibo, mozziconi di sigaretta sulla biancheria e sulle autovetture dei malcapitati, oltre che addosso agli stessi. In altre occasioni, di frequente, anche in orario notturno, avrebbero ascoltato la musica ad alto volume.
Infine i vicini molesti avrebbero utilizzato il vano scala di proprietà condominiale per stendere la biancheria o per riporre oggetti vari e rifiuti, ostacolando il passaggio delle persone. In tal modo, e con altri comportamenti similari, hanno cagionato ad un’intera famiglia un perdurante e grave stato di paura e ansia tale da costringere a presentare denuncia, ad alterare le proprie abitudini di vita fino a scappare dal condominio in un altro paese costringendoli a mettere in vendita le proprietà e a sottoporsi a cure mediche per riprendersi dallo stress subito. Il processo è in corso di svolgimento. La famiglia si è costituita parte civile con il patrocinio dell’avvocato Monica Malogioglio. Nei prossimi mesi sarà emesso verdetto del Tribunale che certamente appare destinato a costituire un interessante precedente giurisprudenziale.