I vigili del fuoco hanno spento l’incendio divampato sabato sera nell’area interna del centro di stoccaggio di rifiuti di contrada “Bugiades” a Licata, sotto sequestro da quasi due anni nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza violazioni della normativa ambientale. All’interno di quell’area erano stoccate centinaia di tonnellate di ingombranti di ogni tipo. Un vertice si è tenuto, ieri mattina, in Prefettura ad Agrigento, convocato dal prefetto Filippo Romano, per fare il punto della situazione e scongiurare il disastro ambientale dopo il gravissimo rogo. Presenti tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine, i vigili del fuoco, la protezione civile, Comune di Licata e i tecnici di Arpa.
Questi ultimi da domenica sono impegnati nel monitoraggio continuo dell’aria per verificare se, e quanti danni alla salute pubblica può aver provocato la nube di fumo causata dal rogo. Le scuole di ogni ordine e grado a Licata resteranno chiuse fino a domani, mercoledì 24 gennaio.
Da registrare anche l’intervento della Comunità ecclesiale di Licata, che con un documento diffuso dal vicario foraneo don Tommaso Pace, ha espresso tutto il suo dispiacere per quanto accaduto. “Non sta alla Chiesa appurare le cause scatenanti l’incendio – si legge nel documento – ma è giunto il momento di ribadire, con rinnovata fiducia nello Spirito Santo e nell’apertura sincera dei cuori, un appello al pentimento e alla conversione. Mentre tutti i credenti chiediamo perdono al Signore per le ferite inferte al territorio licatese, desideriamo invitare fraternamente i responsabili del malessere oggettivo che si diffonde nella nostra Città a tornare ai piedi del Signore Crocifisso e Risorto, per prendere coscienza del male commesso, chiederne perdono e riparare. Nessuno ha il diritto di fare soffrire nessuno”.