Di lei mi colpì la prima volta che la vidi recitare con il Piccolo Teatro Pirandelliano alla casa natale di Luigi Pirandello.
Era giovanissima, aveva un piccolo ruolo ne “Il Vitalizio”, per la regia di Marco Parodi.
In una ragazza così giovane notai non solo la bellezza, dote indiscutibile, ma la qualità della voce e la pulizia della dizione.
Era il lontano 1998, lo spettacolo lo ricordo ancora bene e l’artista in parola era Marcella Lattuca.
Oggi Marcella è un’affermata attrice italiana che ha recitato accanto a nomi importanti della ribalta nazionale come, per esempio, Barbara De Rossi, Gianfranco Jannuzzo e Gianluca Guidi.
Quest’ultimo la dirige anche ne Il Padre della Sposa, una commedia che, dopo aver letteralmente “sbancato” i botteghini dei principali teatri italiani, i prossimi 16, 17 e 18 febbraio farà tappa al Pirandello di Agrigento.
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, insegnate di professione e giornalista per passione, Marcella ama lo sport, stare in mezzo alla natura, ascoltare musica, leggere, il cinema, il teatro e il viaggio vissuto come una continua indagine privata e ricerca delle passioni più recondite. Negli anni è stata anche diretta da Antonio Liotta, Francesco Capitano, Franco Passatore, Michele Guardì e da Gaetano Aronica che l’ha voluta nella sua “premiata” Compagna delle Ombre. Di lei racconta: “Marcella ha saputo utilizzare i suoi mezzi e metterli a disposizione di un progetto che è quello del teatro delle Ombre diventandone la prima attrice – afferma Aronica – sono contento di aver investito su di lei. Marcella unisce ad un’attitudine drammatica, una capacità istrionica non indifferente. Gli attribuisco un talento comico o comunque ironico. Marcella – continua il noto regista ed attore – ha anche un volto cinematografico e un’attitudine al grande schermo. A questa sua completezza artistica corrisponde un’anima molto ricca, una grande capacità di mettersi sempre in discussione. Umiltà e un riserbo sono sue qualità che apprezzo molto; detesto gli attori che vanno in scena solo per vanità e lei non appartiene a questo tipo. Marcella va in scena perché sente l’esigenza interiore di far uscire questa grande sensibilità che nella vita reale può trovare molto ostacoli”.
La testimonianza rende merito non solo all’attrice, ma anche alla donna che ho avuto il privilegio di intervistare:
Marcella cosa significa per te recitare?
“Dirti che sia un bisogno, una terapia, un modo per oltrepassare i propri limiti anche caratteriali o avere la possibilità di essere chi non si può essere nella vita di tutti i giorni, forse risultano delle risposte scontate per cui ti rispondo più “semplicemente” dicendo che recitare è un’opportunità, un “viaggio organizzato” nei meandri dei propri abissi con possibilità di risalita… perché tutto ciò che lo spettatore vede sul palco è frutto di una ricerca continua nello “schedario” delle proprie emozioni!”
Ci vuoi parlare della tua esperienza artistica in giro per l’Italia?
“Beh girare l’Italia in lungo e in largo è un’esperienza psichedelica, formativa, di crescita personale ma sopratutto organizzativa, banalmente in questo senso posso farti un esempio:noi donne spesso non abbiamo il controllo dei “bagagli” ma quando sei in tournée dei necessariamente adottare la filosofia dell’essenziale! Professionalmente parlando, un’opportunità rara da cogliere a 360 gradi; personalmente sono molto vigile non mi perdo neanche una sfaccettatura di ciò che è adattarsi ogni sera ad un palco diverso, a spazi diversi, ad un pubblico che, replica dopo replica mostra il proprio “carattere”… questo comporta il sentire pulsare il cuore dello spettacolo volta per volta e comprendere che esso stesso è una “creatura” reale, viva, che muta replica dopo replica… chi crede che ripetere lo spettacolo più mesi sia come fare un lavoro meccanico si sbaglia di grosso!”
Che atmosfera si respira dietro le quinte?
“Ho avuto la fortuna di far parte di una compagnia davvero meravigliosa.. la cosa che più mi appaga del dietro le quinte è l’armonia, la solidarietà; il rapporto con gli altri colleghi è davvero invidiabile…nessuno screzio nessuna gerarchia anche se sto lavorando con attori di un certo calibro. Insomma ci divertiamo proprio, potrei definirci come degli ingranaggi ben oleati che si vogliono un gran bene”
La tua percezione del pubblico nei vari teatri?
“Dicevo appunto che di volta in volta chi ti viene a vedere rappresenta la vera incognita, forse la reale fonte di adrenalina che, per noi attori, è la vera benzina. Lo spettacolo con cui sono in tournée, “Il padre della sposa” è una commedia i cui tempi vengono spesso dettati dalla reazione del pubblico! E questo fattore fondamentale non è affatto riproducibile nelle varie piazze che abbiamo battuto… il pubblico del nord ha per esempio la risata più facile, sono più ricettivi, dal centro in giù avverti che l’attenzione si sposta verso altre sfaccettature dello spettacolo… insomma di volta in volta è una gran bella prova!”
Sei stata diretta da grandi registi e con ruoli diversi: ispirata Madonna ne “Il Pianto della Madonna” di Jacopone da Todi, una superba Giulietta ne “La veridica storia di Romeo e Giulietta”, una convincente donna velata, nel “Così è, se vi pare”, Marta Abba in “Diana e la Tuda”, misteriosa Ruth nel “Ritorno a casa” di Pinter, Maddalena nelle Albe, Donna Anna in Vizi Capitali etc. etc… C’è un ruolo che adesso ti piacerebbe interpretare?
“Beh adorerei interpretare un uomo…è una parte di me ancora inesplorata ma che vorrei conoscere meglio…credo, nonostante l’apparenza, di avere una componente maschile molto spiccata, chissà magari un giorno l’aspettò “virago” che alberga in me potrebbe venire alla luce”.
Recentemente è andato in scena al Pirandello di Agrigento lo spettacolo Il compleanno, di Harold Pinter per la regia di Peter Stein. Lo spettacolo, a mio giudizio, è stato poco compreso da una parte del pubblico che, dopo il primo tempo, ha preferito lasciare la sala. Secondo te il pubblico agrigentino non è pronto ad un teatro impegnato?
“E’ stato l’unico spettacolo che sia riuscita a vedere quest’anno.. beh sinceramente penso che per capire cosa può piacere bisogna conoscere anche cosa non può piacere; dietro uno spettacolo teatrale, al di là del testo, c’è lavoro, fatica, professionalità, a volte anche lacrime ed io credo che questo, a prescindere meriti rispetto. Entrando nel particolare, lo spettatore, prima di varcare il “sacro luogo” che è il teatro credo debba porsi delle domande: sono aperto ad esperienze diverse rispetto a quelle che preferisco? Voglio rimanere nella “comfort zone” di ciò che mi aggrada o sono in grado di aprirmi a nuove esperienze? Beh se, la risposta alle domande è si, e ci si accomoda sulle confortevoli poltroncine di velluto rosso allora si deve avere il “coraggio” della propria scelta e, ritornando alla solfa iniziale, si deve avere rispetto per gli attori. Personalmente non sono andata via, ho trovato gli interpreti straordinari ed il “refrain” dell’inquietudine di un nido apparentemente tranquillo che implode è stato per me davvero interessante… che dire “De Gustibus”
Agrigento il prossimo anno sarà Capitale Italiana della cultura. Qual è il tuo parere?
“Agrigento è cultura, è destinata alla cultura ed ha anche l’opportunità di mostrarla a tutti. Non dimentichiamo delle realtà vive che continuano a lavorare e produrre..parlo nel mio piccolo della compagnia di cui mi onoro di far parte, il nostro regista, Gaetano Aronica, ci ha formati e ci ha aperto un mondo e un modo di fare teatro del tutto nuovo, lavorando non tanto sulle belle scenografie ma sul materiale umano che aveva a disposizione… traslando questo discorso in modo generico, Agrigento può dare tanto con il minimo sforzo, prendendo a cuore le proprie risorse, che non sono poche, lavorarci su per dare lustro a questa meravigliosa città; per far ciò si deve necessariamente partire dal mutare il punto di vista e la prospettiva rigorosamente ipercritica con cui si guarda a ciò che offre il territorio e, perché no aprirsi anche a ciò che si conosce poco, ritornando al “compleanno” di Pinter, anche alla commedia dell’assurdo di cui qualcuno diceva siamo maestri”.
Il tuo consiglio per chi vuole intraprendere questa carriera…
“Sarò ripetitiva ma il mio consiglio spassionato è quello di partire dalle realtà della nostra città della nostra Sicilia che da sempre offre un’incubatrice cui si sono nutriti i più grandi talenti del teatro e del cinemaItaliano”
Progetti futuri?
“Idee, progetti, tutto in continuo fluire ed in movimento, rimettere in piedi lavori già consolidati e possibile nascita di tante belle
Novità… l’impegno il cuore e l’anima sono sul tavolo, il “fato” farà il resto… io sono pronta!”
Luigi Mula
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