di Diego Acquisto- Quella di domani una data importante, per la storia d’Italia, perché ricorda la vittoria della resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane, contro il governo fascista e l’occupazione nazista.
Da ricordare che negli ultimi due anni della seconda guerra mondiale, dal 1943 al 1945, l’Italia si ritrovò divisa in due parti: da un lato vi era il Capo del Fascismo, Mussolini che con i suoi fascisti aveva formato la “Repubblica sociale italiana di Salò” e dall’altro, in opposizione, il governo legittimo, quello del Re, cioè il governo Badoglio, che abbandonando la Germania nazista di Hitler, era passato con gli Alleati americani ed inglesi.
La dittatura era cessata per volontà stessa dei del Gran Consiglio del Fascismo, che nella famosa notte del 25 luglio approvava a larga maggioranza, con 19 voti favorevoli, 7 contrari, uno astenuto ed uno che si era allontanato prima per non partecipare al voto, l’Ordine del Giorno Grandi.
I grandi gerarchi fascisti si rivolgevano i formalmente al Re, chiedendogli di applicare l’articolo 5 dello Statuto Fondamentale del Regno (meglio noto come Statuto Albertino); era questo l’articolo che attribuiva al Re il comando supremo delle forze armate (già delegato a Mussolini) e gli attribuiva pure ogni decisione di vertice, sulla responsabilità del Governo.
Cessata la dittatura, incominciano subito a riorganizzarsi i diversi Partiti e quindi assieme fu organizzata dai Partigiani la “Resistenza” per combattere il dominio nazifascista. I Partigiani erano uomini, donne, giovani, anziani, militari e anche diversi preti che si unirono in ogni modo e con ogni mezzo, mettendo da parte le loro idee ed ideologie, per lottare assieme, anzitutto per la conquista della libertà.
Ed il 25 aprile 1945, cioè 72 anni fa la libertà fu conquistata, la libertà vinse e l’Italia fu liberata dal nazi-fascismo, a prezzo di tante sofferenze e tanto sangue.
Ed è importante oggi riflettere sull’importanza e sull’attualità dei valori conquistati a costo della vita dai protagonisti della Resistenza.
Importante sottolineare soprattutto il decisivo impegno culturale ed educativo della scuola nel trasmettere la memoria di questi sacrifici, prezzo di questa libertà che abbiamo e che non dobbiamo sciupare, per vivere meglio il presente, pensando che il positivo evolversi del presente è possibile solo attraverso una buona conoscenza ed una corretta lettura del passato.
La festa di oggi è una festa civile, ma non è vero che non ha alcun carattere religioso.
Si tratta di una data-simbolo. Deve essere festeggiata la capacità che individui spesso isolati e senza i mezzi di comunicazione che abbiamo oggi, hanno avuto di liberare anzitutto se stessi; la loro capacità di essersi sottratti all’inquinamento delle menti e dei valori, non lasciandosi abbindolare dalla rete di menzogne e seduzioni che sorreggeva e sorregge ogni regime.
La capacità dii ribellarsi, diremmo oggi, al Pensiero Unico. La resistenza è stata una ribellione scaturita dal profondo della coscienza per dire no alla dittatura.
Una capacità che bisogna continuare a mantenere ed anzi incrementare, anche nel mutato contesto storico, se pericoli del genere dovessero affiorare nel sistema democratico, bloccando sul nascere ogni forma di dittatura….e di pensiero unico !
Diego Acquisto