Il pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di dieci persone coinvolte nell’ambito di un’inchiesta sullo smaltimento di rifiuti e scarichi di acque reflue nel fiume “Platani” senza autorizzazioni. Tra gli indagati ci sono il sindaco di Aragona, Giuseppe Pendolino, e nove tra funzionari, dipendenti e operai del comune. Si tratta di Luigi Virone, 67 anni; Salvatore Chiarelli, 70 anni; Rosario Monachino, 66 anni; Filippo Curallo, 54 anni; Angelo Terrana, 61 anni; Giovanna Patrizia Rizzo, 49 anni; Francesco Piro, 60 anni; Salvatore Rotulo, 58 anni e Michele Cacciatore, 60 anni.
Al centro dell’inchiesta della Procura di Agrigento ci sono presunte irregolarità legate al funzionamento del depuratore situato in contrada “Alongi” ad Aragona. In particolare, al sindaco e ai responsabili del settore Igiene pubblica del Comune – Virone, Chiarelli, Monachino e Curallo – viene contestato di aver “aperto o comunque effettuato nuovi scarichi di acque reflue industriali senza autorizzazioni”. Ai dipendenti Rizzo e Piro, addetti al depuratore, al coordinatore del personale Terrana, al responsabile dell’impianto Rotulo e al titolare della ditta che gestiva il depuratore Cacciatore, viene contestato di aver smaltito illecitamente i rifiuti “immettendoli tramite una condotta interrata nel vallone Alongi, nel fiume Platani”.
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