Sarebbero più di uno gli avvisi di garanzia emessi dalla Procura di Palermo e che non riguarderebbero solo agrigentini, quelli notificati dai carabinieri della compagnia di Partinico che, martedì, hanno acquisito diversi faldoni e supporti informatici in uno degli uffici, quello del dirigente del distretto socio-sanitario D1 di cui Agrigento è capofila, al terzo piano di Palazzo dei Giganti. L’ipotesi di reato contestata, si legge sul Gds in edicola questa mattina, nonostante manchino le conferme istituzionali, dovrebbe essere quella di corruzione.
«Ho ritenuto doveroso, ancor prima della scadenza degli incarichi, di dare nuovo slancio all’azione amministrativa, provvedendo alla rotazione dei dirigenti». Lo ha detto il sindaco Franco Micciché. Gli incarichi sono distribuiti così: Antonio Insalaco, Affari generali e Affari legali e ad interim Servizi alla persona; Gaetano Di Giovanni, Patrimonio e Tributi; Giovanni Mantione, Servizi finanziari e ad interim Polizia locale; Gaetano Greco, Territorio e Sanità; Alberto Avenia, Lavori pubblici.
Per quel che riguarda l’ipotesi di corruzione l’input sarebbe partito da una società che si ritiene danneggiata in una gara di appalto.
Oltre agli uffici del Municipio, una perquisizione è stata fatta nell’abitazione del dirigente competente del Municipio di Agrigento. Controlli e perquisizioni ad opera dei militari dell’Arma della locale compagnia, che avrebbero raccolto appunto la denuncia – anche a Partinico.
Sulla vicenda vige il massimo riserbo da parte degli investigatori. Nessuno – ha voluto rilasciare dichiarazioni, mentre al dirigente pare sia stato sequestrato anche lo smartphone. Nelle prossime ore potrebbero essere sentiti anche i suoi stretti collaboratori. Non è escluso che la vicenda assuma risvolti di proporzioni diverse e le indagini si allarghino anche ad altri soggetti del Municipio.