Una tradizione centenaria sfida le criticità del presente.
Porto Empedocle, Sicilia – Alle nove in punto, come da lunga tradizione, il simulacro di San Calogero è stato portato in processione per le vie del centro di Porto Empedocle. Tuttavia, quest’anno la tradizione ha subito delle interruzioni inaspettate.
Solitamente, la processione è caratterizzata dalla partecipazione di un gran numero di devoti portatori, ma quest’anno solo una ventina di essi ha aderito. Il resto si sarebbe rifiutato di prendere parte all’evento, con alcune persone che non hanno potuto partecipare a causa di precedenti penali gravi.
La decisione di alcuni portatori di non partecipare alla processione ha sollevato una serie di interrogativi sulla tradizione e la sua importanza nella comunità di Porto Empedocle. Mentre molti devoti continuano a sostenere l’importanza di onorare San Calogero attraverso questa antica pratica religiosa, altri sembrano dubitare del significato di tale gesto.
L’evento è stato anche caratterizzato da un massiccio schieramento di forze dell’ordine, tra cui polizia, carabinieri e finanza. A coordinare le operazioni è stato il vice questore aggiunto di Agrigento, Giovanni Minardi. La presenza massiccia di forze di polizia ha contribuito a mantenere l’ordine durante la processione, ma ha anche evidenziato la tensione e le divisioni nella comunità.
Il colpo d’occhio della processione è stato notevole, con la statua di San Calogero che veniva sorretta dai pochi portatori, quasi circondata da un cordone di forze dell’ordine. La processione, come da tradizione, prosegue nel pomeriggio, segnata da una serie di controversie e divisioni che hanno sollevato domande sulla sua continuità futura.
La comunità di Porto Empedocle si trova ora di fronte a una sfida importante: come preservare e adattare una tradizione centenaria in un mondo in evoluzione, mentre affronta le divisioni interne e le questioni di giustizia penale. La processione di San Calogero continua ad essere un riflesso della complessità delle dinamiche sociali e culturali della Sicilia contemporanea.
È importante sottolineare che la Questura di Agrigento è stata chiara riguardo all’evento, come ha dichiarato il questore stesso. Sono stati espressamente vietati qualsiasi tipo di inchini o riti di sfondo mafioso durante la processione. Questa decisione riflette gli sforzi delle autorità locali nel garantire che la tradizione religiosa sia preservata in modo rispettoso e libero da influenze indesiderate.
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