Sei anni di reclusione sono stati inflitti a Roberto Lampasona, quarantatreenne, di Santa Elisabetta (attualmente in carcere perché ritenuto uno dei presunti killer di Pasquale Mangione, il 69enne raffadalese). La vicenda riguarda il sequestro di 1 chilo e 200 grammi di cocaina, che il sabettese insieme ad altri soggetti, ha trasportato dalla Calabria fino ad Agrigento. La condanna, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, diventa definitiva con la pronuncia della Cassazione. Confermata la sentenza della Corte d’Appello di Palermo, che aveva ridotto la pena all’imputato da otto anni, così come deciso dal Tribunale di Agrigento a sei anni.
I giudici ermellini hanno rigettato il ricorso della difesa di Lampasona, che sosteneva come fosse “illogica l’affermazione di responsabilità dell’imputato, per il concorso nella detenzione a fine di spaccio di tale sostanza, che era detenuta dal solo Vincenzo Politanò, calabrese, non essendo neppure emersa alcuna prova di un accordo, tra i due coimputati in ordine al trasporto di tale sostanza, né ciò poteva essere ritenuto dimostrato sulla base del solo fatto che le due automobili si erano sorpassate reciprocamente”.
Le indagini della squadra Mobile di Agrigento, hanno smentita questa tesi, consentendo di accertare la partecipazione del sabettese al trasporto della cocaina, occultata nel bagagliaio dell’automobile condotta dal calabrese.