Non era stata messa in piedi alcuna associazione a delinquere perché «manca la minima struttura organizzativa» e l’attuale direttore del Parco Archeologico di Agrigento, Roberto Sciarratta, «non aveva alcun accordo con la coop che gestiva i posteggi nella Valle dei Templi e truffò l’ente facendo la cresta». Sia Sciarratta, all’epoca – nel 2011 e nel 2012 – dirigente di un’Unità operativa, sia Maurizio Attanasio, altro funzionario responsabile del procedimento di concessione delle aree, secondo il pubblico ministero Elenia Manno «consentirono i raggiri per grosse negligenze ma senza il necessario dolo che serve per configurare l’associazione a delinquere».
A riportare la notizia è il Giornale di Sicilia, in edicola questa mattina.
Nei loro confronti, riporta il quotidiano, è stata chiesta l’assoluzione «per non avere commesso il fatto». Stessa richiesta, limitatamente all’accusa di associazione a delinquere, per i quattro responsabili della cooperativa. La Lagana, riconducibile a Carmelo Vella e ai figli Giuseppe e Sonia, in particolare – secondo l’ipotesi della Procura – violando le procedure previste dal bando e la convenzione stipulata fra il Comune e il Parco, avrebbe omesso di informatizzare la gestione del parcheggio, utilizzando le park card e applicando prezzi maggiori in modo da trattenere la differenza. Contestata anche la mancata corresponsione del canone annuo di 10 mila euro. Nella lista degli imputati anche Alfonso Zammuto, 69 anni, altro responsabile della Lagana. Per Vella chiesta la condanna a un anno e sei mesi, un anno ciascuno per i due figli e per Zammuto.