Il Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto ha inflitto 30 anni di reclusione al trentaseienne Angelo D’Antona, e 16 anni ad Antonino Mangione, 42 anni, entrambi di Raffadali, per l’omicidio di Pasquale Mangione, il pensionato raffadalese freddato il 2 dicembre del 2011, nella sua casa di campagna, di contrada “Modaccamo”. Il pubblico ministero Sara Varazi aveva chiesto l’ergastolo per D’Antona, e 16 anni per Mangione.
Mangione che ha collaborato con gli inquirenti ha raccontato di avere ricevuto l’incarico di uccidere il pensionato, e di averlo organizzato l’agguato, dopo avere ingaggiato i due esecutori materiali del delitto. A commettere materialmente l’omicidio, secondo il racconto di Mangione, sarebbero stati D’Antona e il quarantacinquenne di Santa Elisabetta Roberto Lampasona, e prima avrebbe chiesto l’autorizzazione al boss Francesco Fragapane.
La posizione di Lampasona è stata stralciata, per mancata notifica dell’avviso di conclusione delle indagini. La posizione del figlio della vittima, in un primo momento accusato di essere il mandante è stata, invece, archiviata per mancanza di riscontri.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp