“Non ho commesso nessuna estorsione”. Così l’agrigentino Gerlando Volpe, 35 anni, si è difeso davanti al Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto.
Volpe, dopo che la Procura aveva disposto il giudizio immediato, aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. Oggi, accompagnato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Daniele Re, è stato ascoltato dal Gup, ed ha respinto ogni accusa. Si torna in aula il 10 dicembre per la requisitoria del Pubblico ministero.
Da ricordare che il Gip del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, aveva riqualificato l’ipotesi di reato, da ricettazione all’estorsione, sia a carico di Gerlando Volpe, che dell’altro indagato, Angelo D’Antona, 34 anni, di Raffadali, il cui processo è in corso di svolgimento.
I due, che erano stati arrestati nel novembre dell’anno scorso, avrebbero fatto da intermediari per l’acquisto di veicoli precedentemente rubati. Secondo quanto scoperto dalla Squadra Mobile della Questura di Agrigento, coordinati dal Pubblico ministero Chiara Bisso, si sarebbero intromessi nella compravendita di un Piaggio Porter e di un autocarro Fiat, entrambi provento di truffa. Volpe, pochi mesi prima, avrebbe proposto ad un agrigentino il recupero dei mezzi che, qualche tempo prima, aveva venduto ad un’altra persona, ricevendo in pagamento degli assegni falsi.
I due si sarebbero dunque accordati per recarsi a Santa Elisabetta dove, a dire del Volpe, i mezzi sarebbero stati custoditi. La presunta vittima presentò denuncia, e prima dell’incontro, consegnò agli agenti 15 banconote da 100 euro, e quindi sono stati acquisiti i numeri seriali.
Sull’auto era stato collocato un localizzatore satellitare, grazie al quale, i poliziotti hanno potuto rilevare che sui era diretta verso l’abitazione rurale di D’Antona.
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