Negli ultimi tempi il fenomeno dei film on demand e streaming è uno dei più gettonati di tutto il web. Film di tutti i generi popolano youtube, i motori di ricerca come google, torrent, e tutte le nuove piattaforme digitali come netflix o infinity dando vita a vere e proprie comunità di intrattenimento digitale del nuovo millennio. Numeri incredibili popolano queste realtà: più del 50% del fruitore medio di film e serie tv sta abbandonando cinema e tv digitale per usufruire delle nuove piattaforme di streaming movie e series. Già da anni ormai le serie tv si erano “spostate” sui principali network di video on demand, ma con gli ultimi progressi e palinsesti sempre più allargati le nuove App web e mobile stanno letteralmente cambiando il modo di passare il tempo e di fare business. Si pensi al solo fenomeno netflix che vanta circa 150 milioni di abbonati in tutto il mondo registrandone almeno 1,5 anche nel nostro continente, di cui mezzo milione solo nell’ultimo anno. Non è difficile immaginare come questa popolarità dello streaming televisivo in Italia abbia costretto anche i soggetti più tradizionali del broadcasting a rivedere le proprie strategie – di comunicazione, di palinsesto, di gestione dei diritti televisivi – e che quella verso cui ci si sta muovendo sia una vera età della convergenza. Decisamente meno amata, ancora, la pubblicità utilizzata soprattutto all’interno dei servizi freemium di streaming televisivo: un italiano su due dice di non gradirla, anche se non è disposto per questo a pagare per non vederla. I giovani più degli anziani (con percentuali del 44% contro il 37%) skipperebbero promo e proposte commerciali indipendentemente dal loro contenuto e dalla loro durata; vale la pena sottolineare in questo senso, però, che per oltre un quarto del campione Toluna la durata massima di uno spot non dovrebbe superare i 15 secondi. Ma daltronde, un elevato pubblico, richiede un elevato numero di dipendenti e la conseguenza logica di un incremento di business, con l’incremento di questi nuovi mercato, infatti, sono le richieste dei nuovi posti di lavoro “digitali” e le richieste di collaborazioni esterne dedicate. L’era digitale è da tempo entrata in tutti i campi e in quella dei film e serie tv è praticamente ormai la base di tutto il lavoro. Quindi largo alla tecnologia, largo alle nuove professioni, ma soprattutto largo al lavoro giovanile. Posti nuovi per nuove persone che entrato nel mercato del lavoro con abilità lavorative ormai del presente anzichè del futuro!!