Un americano a Roma, un cuor di Leone
La prima omelia di Papa Leone XIV: “Mi avete chiamato per portare la croce”
È iniziata in inglese, con voce ferma e sguardo rivolto ai cardinali, la prima omelia di Papa Leone XIV, primo Pontefice americano della storia, eletto al soglio di Pietro dopo giorni intensi di Conclave. Un momento carico di emozione, che si è svolto nella suggestiva Cappella Sistina, durante la messa Pro Ecclesia.
“Mi avete chiamato per portare una croce e per essere benedetto per questa missione”, ha detto parlando a braccio. “So che posso fare affidamento su di voi, per camminare con me e continuare come Chiesa”. Un invito alla corresponsabilità, all’unità e al servizio, pronunciato davanti al Collegio cardinalizio, prima di proseguire in italiano.
Nel cuore del suo messaggio, Papa Leone XIV ha evocato una visione luminosa e impegnativa della Chiesa:
“Così che Essa sia sempre più città posta sul monte, arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo”.
Un’immagine potente, che richiama il compito della comunità cristiana: offrire speranza nelle oscurità della storia contemporanea.
Non è mancato il riferimento al predecessore, Papa Francesco, che Leone XIV ha voluto ricordare con gratitudine e continuità:
“Come tante volte ci ha insegnato Papa Francesco, siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore”, ha detto, citando il Vangelo di Matteo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
Parole che segnano un ponte tra i due pontificati, un filo spirituale che lega lo slancio missionario alla cura quotidiana della conversione personale.
Il nuovo Papa ha quindi invocato lo Spirito Santo e indicato la rotta: vivere come Chiesa la propria appartenenza al Signore, portando a tutti la Buona Notizia.
Con il carisma della semplicità e la forza di una visione globale, Leone XIV ha aperto il suo pontificato sotto il segno della fiducia, della luce e del cammino condiviso. La croce come missione, la Chiesa come faro, il Vangelo come bussola. Leggi anche: Agrigento ricorda il grido di Wojtyła: 32 anni fa l’anatema contro la mafia
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