Ancora a vuoto, per questioni di notifiche, il secondo tentativo di fare partire l’udienza preliminare nell’ambito dell’inchiesta “Diplomat”, con 102 persone, fra insegnanti, personale amministrativo e soci di quattro scuole paritarie (3 delle quali in provincia di Agrigento), indagate. Avrebbero messo in piedi il “diplomificio” con i titoli di studio, che sarebbero stati consegnati senza lezioni ed esami, e con la falsificazione dell’attività didattica. Le scuole paritarie al centro dell’inchiesta: “Pirandello” di Canicattì e Licata, “Volta” di Canicattì, e “San Marco” di Acireale.
Per tutti gli indagati la Procura della Repubblica di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha rinviato l’udienza all’11 dicembre prossimo. Nel mirino delle Fiamme gialle sono finiti gli anni 2015/2016 e quello successivo. Sequestrati 22 diplomi di scuola superiore, che sarebbero stati irregolarmente conseguiti, nell’anno scolastico 2014/2015, da altrettanti studenti.
Le accuse contestate dal procuratore capo Luigi Patronaggio, e dal sostituto procuratore Paola Vetro, titolare dell’inchiesta, e che hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio, sono a vario titolo di associazione a delinquere, falso e abuso di ufficio. Tra gli indagati, e ritenuto il promotore dell’associazione l’ex deputato regionale, Gaetano Cani, di Canicattì, al quale, negli anni scorsi, vennero sequestrati 300mila euro in contanti, nascosti in una scatola di scarpe.
Nella lista degli indagati, anche tre istituti in qualità di persone giuridiche: “Mondo Scuola Srl” di Licata; “Ge.Is. Gest. Ist. Scol. Srl” di Canicattì, e “Centro di istruzione Gabriele D’Annunzio” di Ispica.
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