La condanna è stata applicata ad un solo imputato, per gli altri, sentenza di non doversi procedere per prescrizione, al processo scaturito dalla maxi inchiesta “Bazar”, che ha smantellato un giro di spaccio di droga a Licata.
Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Antonio Genna ha inflitto 6 anni e 2 mesi di reclusione a Giampiero Arrostuto, trentanovenne, personaggio “chiave” dell’inchiesta.
Gli altri quindici imputati sono stati assolti, o è sopraggiunta la prescrizione. Si tratta dei licatesi Emanuele Marchione, Antonio Montana, Rosario Consagra, Diego Pelonero, Calogero Bonvissuto, Antonino Caruso, Melchiorre Salvatore Alabiso, Salvatore Paraninfo, Filippo De Caro, Francesco Semprevivo, Giuseppe De Caro, Antonino Davanteri, Giuseppe Gueli, 38 anni, e poi Giuseppe Tinnirello di Palermo e Santa Loredana Giorgio di Canicattì.
Al termine della requisitoria il pubblico ministero Roberto Gambina, aveva chiesto la condanna di Arrostuto a 6 anni e 8 mesi, degli altri imputati a 4 anni e 2 mesi. L’operazione dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Licata, ha accertato come fosse fiorente il mercato dello spaccio di sostanze stupefacenti nell’hinterland licatese.
Dalle pagine dell’ordinanza emerse la figura del pregiudicato di origini sancataldesi Gianpiero Arrostuto, il quale, con la complicità di altri soggetti, avrebbe fatto giungere nella piazza dello spaccio del grosso centro agrigentino, discrete quantità di eroina.
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