Un omaggio alla memoria di una vittima del massacro del Circeo che sarà un faro di sostegno e protezione per le donne in difficoltà
di Lorenzo Rosso
Verrà intitolato a Maria Rosaria Lopez, il nuovo Centro comunale di accoglienza, che sorgerà al Villaggio Mosè, per le donne vittime di violenza. E’ questa, infatti, l’intenzione dell’Amministrazione, ribadita in Consiglio comunale dall’assessore Gioacchino Alfano, che tra le altre deleghe ha pure quella della lotta alla violenza e alla tratta su donne e minori, che l’ha resa ufficiale nel corso della seduta dedicata al “Question Time”.
Nel contesto del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è stato ammesso a finanziamento il progetto presentato dal Comune di Agrigento, denominato “Non ti lasciamo sola”, per un importo complessivo di 999.380 euro, a valere sull’Avviso pubblico Missione 5 – Inclusione sociale- Componente 3 – Interventi speciali per la coesione territoriale – Investimento 2 – “Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, finanziato dall’Unione Europea Next Generation.
“Non ti lasciamo sola – ha spiegato il sindaco, Franco Miccichè – sarà un punto di riferimento per chiunque sia vittima di violenza, in particolare domestica. Sarà realizzato un Centro antiviolenza a cui potersi rivolgere per avere un sostegno psicologico, legale e assistenziale che prevede, inoltre, la realizzazione di una residenza emergenziale in cui risiedere, in caso di necessità, lontano dalle mura domestiche. Nello stesso tempo – aggiunge – poiché l’edificio dove nasceranno le due strutture è un bene confiscato alla mafia, si valorizzerà un immobile sottratto alla criminalità organizzata”.
“I lavori per il nuovo Centro antiviolenza sono in fase di aggiudicazione – precisa l’assessore Alfano – e dovrebbero essere ultimati nel giro di otto o nove mesi”.
Maria Rosaria era una ragazza agrigentina (nata il 6 ottobre 1956) che sognava di fare l’attrice. Il suo sogno, invece, si infranse a 19 anni in una villa del Circeo a Roma quando tre giovani della buona borghesia la massacrarono assieme ad una sua amica Donatella Colasanti. La ragazza e la sua famiglia erano molto conosciuti nel centro storico di Agrigento dove Rosaria visse fino alla maggiore età. Quel delitto, avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975, meglio conosciuto come “Il massacro del Circeo”, scosse non poco le coscienze della società civile per l’efferatezza dei tre responsabili, tutti giovani pregiudicati vicini agli ambienti neofascisti che vennero condannati ma scontarono solo in parte la pena perché uno dei tre riuscì a scappare in Sudamerica. La Città di Roma è stata la prima a dedicare il suo Centro antiviolenza a Maria Rosaria Lopez e all’amica Donatella Colasanti nonchè un giardino pubblico nel quartiere Ardeatino. Adesso, a 48 anni dal quel massacro, tocca ad Agrigento fare la sua parte, affinché la morte di una sua figlia, non cada definitivamente nell’oblio.
“Stiamo predisponendo gli Atti da presentare alla Commissione comunale toponomastica per l’intitolazione – spiega Gioacchino Alfano – e presto anche la città natale di Maria Rosaria intitolerà una struttura antiviolenza nel ricordo della sua figura”.
LORENZO ROSSO
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