Imprenditori del settore delle onoranze funebri – Vincenzo De Marco e Irene Casuccio – lanciano un appello al prefetto di Agrigento Dario Caputo e chiedono di entrare nel programma di protezione.
Le due vittime del racket, attraverso il loro legale Giuseppe Scozzari, si rivolgono per iscritto al responsabile del governo sollecitando anche l’accesso al credito e il blocco delle procedure esecutive, previsti per chi ha riconosciuto questo status. Un’ulteriore richiesta, infine, è l’emissione di un’interdittiva antimafia nei confronti dell’impresa funebre concorrente che il tribunale, contestualmente al verdetto, ha confiscato ritenendo che appartenesse, di fatto, alla famiglia Meli.
Il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco, lo scorso 22 novembre, ha inflitto 17 anni e 6 mesi di reclusione al boss Rosario Meli; 14 anni e 6 mesi al figlio Vincenzo e 13 anni e 6 mesi al tabaccaio Calogero Piombo, ritenuto il “cassiere” del clan.
Imprenditori del settore delle onoranze funebri – Vincenzo De Marco e Irene Casuccio – lanciano un appello al prefetto di Agrigento Dario Caputo e chiedono di entrare nel programma di protezione.
Le due vittime del racket, attraverso il loro legale Giuseppe Scozzari, si rivolgono per iscritto al responsabile del governo sollecitando anche l’accesso al credito e il blocco delle procedure esecutive, previsti per chi ha riconosciuto questo status. Un’ulteriore richiesta, infine, è l’emissione di un’interdittiva antimafia nei confronti dell’impresa funebre concorrente che il tribunale, contestualmente al verdetto, ha confiscato ritenendo che appartenesse, di fatto, alla famiglia Meli.
Il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco, lo scorso 22 novembre, ha inflitto 17 anni e 6 mesi di reclusione al boss Rosario Meli; 14 anni e 6 mesi al figlio Vincenzo e 13 anni e 6 mesi al tabaccaio Calogero Piombo, ritenuto il “cassiere” del clan.