Le parole che non ti ho detto” è il titolo di un romanzo di successo di Nicholas Sparks, cui è stato tratto anche un film, dove un marito affida al mare una lettera per la moglie defunta, per riuscire a sopravvivere al dolore. Una “storia” che esplora il potere delle parole non dette e le conseguenze che possono avere sulle relazioni. Adesso “Le parole che non ti ho detto” è diventato un format televisivo in onda il mercoledì alle 11 e 10 su Rai Uno, nel contesto del programma di “UnoMattina Estate” fino al 7 settembre. A condurre la striscia settimanale di quindici minuti è il giornalista Vincenzo (Enzo) Galluzzo, autore Rai tra i più conosciuti, originario di Porto Empedocle, nell’agrigentino, e che con questo suo format, per la prima volta, dopo anni “dietro le quinte”, appare in video con un programma tutto suo.
In sostanza, prendendo spunto dalla “storia” di Sparks, il programma vede arrivare nello studio, scenograficamente dal mare, una bottiglia alla deriva contenente una lettera. E l’ospite di turno, vincendo il pudore e l’emozione, molte volte anche con gli occhi umidi, legge la lettera di cui è autore, perlopiù dedicata ai propri cari, per dire loro quello che non è riuscito a comunicare. Momenti particolarmente intimi e toccanti gestiti con empatia e sensibilità professionale dal conduttore Enzo Galluzzo.
In un’epoca in cui prevalgono i social e l’iperconnessione, la comunicazione digitale o più semplicemente quella vocale velocizzata, in anni dove la scrittura sembra non avere più senso, considerata quasi una perdita di tempo, questo format televisivo che gira attorno ad una lettera scritta, per permettere di comunicare l’incomunicabile, sta ottenendo un successo che va oltre ogni previsione.
L’idea di questo particolare format risale all’estate del 2013. “Mi trovavo in vacanza a Cefalù ospite di una mia cugina – spiega il conduttore televisivo – e in quell’occasione incontrai Lucia Borsellino, figlia di Paolo Borsellino magistrato ucciso dalla mafia. Lucia mi disse che rimpiangeva di non aver fatto in tempo a dire al padre, tante cose. Così gli consigliai di scrivere una lettera postuma. Tempo dopo, me la fece leggere e capii che sulla base di quell’episodio, sarebbe potuto nascere un format di forte ascolto”.
La prima puntata de “Le parole che non ti ho detto” è andata in onda il 5 giugno scorso con protagonista un padre che ha scritto al figlio Daniele, morto suicida perché vittima di una truffa amorosa sui social durante il Covid. Poi via via, puntata dopo puntata, sono arrivati in Studio da Galluzzo, il pugile Patrizio Oliva, che scrive al fratello Ciro, scomparso a 16 anni per un tumore e tanti altri personaggi, noti e meno noti, tutti autori di lettere che riescono a dire cose che a parole sembra impossibile pronunciare.
Dentro le lettere c’è tanto di chi le scrive: perché tutto questo bisogno di raccontarsi?
“Credo che ci sia un grande bisogno di comunicare: prova ne sono i social. Solo che poi si arriva a punti di aberrazione. Un conto è raccontarsi con stile – dice Enzo – un altro è la volgarità. A volte può essere utile condividere un momento intimo: gli altri si possono ritrovare in quello che hai fatto”.
Ormai siamo alle ultime puntate di “Le parole che non ti ho detto”, poi la striscia chiuderà. “Ma la riproporrò, con un vero e proprio programma serale ai vertici dell’azienda Rai che hanno dimostrato una certa attenzione – conclude Enzo Galluzzo. – Poi probabilmente in futuro tutte queste lettere potrebbero anche diventare un libro, ma è ancora troppo presto per parlarne”.
LORENZO ROSSO
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