AGRIGENTO. Solo 16 posti letto Covid in rianimazione in tutta la Provincia di Agrigento, di cui 6 al San Giovanni di Dio (ospedale del capoluogo) e 10 al Giovanni Paolo secondo di Sciacca. A cui si aggiungono altri 11 posti in terapia intensiva in regime ordinario.
Dovevano essere aumentati ma nonostante la prima ondata Covid avesse fatto riempire pagine di verbali all’Asp ed alla Regione, non è stato fatto nulla. O è stato fatto poco.
Sono questi i dati che si registrano in provincia di Agrigento dal punto di vista della rete ospedaliera. E per qualcuno sarebbero pochi. Infatti, a lanciare l’allarme, intervenendo ad urne aperte e quindi senza non poche polemiche, è stato il sindaco uscente e ricandidato, della città di Agrigento, Lillo Firetto che ha preso spunto del trasferimento dei sei anziani dalla Residenza assistita di Sambuca di Sicilia al nosocomio di contrada Consolida, con il rischio di “esautorare” i posti in terapia intensiva Covid.
Ma a smorzare i toni ci ha pensato il commissario dell’Asp, Mario Zappia che ha “fotografato” la situazione attuale dei posti letto in terapia intensiva ed ha anche parlato del piano per aumentarli. “La provincia di Agrigento ha la disponibilità di 10 posti letto di terapia intensiva a Sciacca e 6 ad Agrigento – ha detto Zappia – la scelta fatta in urgenza, è stata quella di ricoverarle gli anziani di Sambuca in un unico presidio per facilità organizzative assistenziali. L’Asp ha stabilito successivamente di assistere i sei pazienti della terapia intensiva nei due ospedali di Sciacca e Agrigento, per poter lasciare a ciascun nosocomio la disponibilità per ulteriori eventuali urgenze. Non appena le condizioni cliniche di “non gravità” saranno confermate, i pazienti verranno trasferiti negli 8 posti letto di ricoveri ordinari Covid di Sciacca, già attivi. Quindi i nostri ospedali – dice Zappia – saranno in condizione di poter essere pronti ad accogliere una eventuale nuova emergenza”.
Attualmente i ricoverati in terapia intensiva Covid, come reso noto dal direttore sanitario dell’Asp, Gaetano Mancuso sono 5, tre a Sciacca e 2 ad Agrigento “ma le loro condizioni – dice – non sono molto gravi tanto da poter ipotizzare un loro trasferimento in regime ordinario e aumentare la capacità di ricovero di situazioni urgenti”.
Infine è stato annunciato che i lavori all’ospedale “Fratelli Parlapiano” di Ribera sono già iniziati e hanno avuto un ritardo causato principalmente da un sequestro giudiziario di impianti tecnologici dello stesso ospedale. “Noi contiamo di avere pronto tutto in un mese – conclude il commissario dell’Asp – per ottenere una disponibilità di 10 posti letto di terapia intensiva e i 10 di sub intensiva. Dopo si continuerà con i lavori per i posti letto ordinari – ulteriori 40 posti letto – e per il reparto delle malattie infettive, per il quale è stata predisposta la delibera di individuazione del personale necessario”.
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