Ci risiamo. Anche stavolta, un piccolo episodio diventa pretesto per gettare ombre sull’anno di Agrigento Capitale Italiana della Cultura. La momentanea chiusura della tomba di Pirandello – dovuta a ragioni tecniche e già risolta – è stata trasformata in un caso nazionale, rimbalzando con toni catastrofici sulla stampa, in particolare su Il Fatto Quotidiano, che ha accostato con enfasi l’accaduto al titolo di Capitale della Cultura, forse con un intento più strumentale che informativo.
Ci è sembrato che, ancora una volta, si sia voluto alimentare una narrazione negativa che, invece di aiutare la città a crescere e migliorare, sembra mirare a screditare un percorso culturale straordinario, ricco di eventi, collaborazioni e opportunità che Agrigento non ha mai avuto prima.
La cultura è anche senso critico, ma dovrebbe esserlo per tutti. Anche per chi scrive e diffonde notizie. Parlare della chiusura temporanea della tomba come se fosse il simbolo del fallimento di una Capitale è una forzatura, che ignora il lavoro di tanti e lo spirito con cui questo anno è stato costruito.
A noi piace raccontare un’altra Agrigento: quella che accoglie, che investe nell’arte, che fa rete, che guarda lontano. E anche quando qualcosa non va, lo affronta con responsabilità. Senza sensazionalismi, senza titoli a effetto. Con la forza dei fatti.
Ah, per la cronaca: l’interruzione è stata già risolta. La tomba di Pirandello è di nuovo visitabile.
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