La ragazza morta per overdose, don Nuara: “La sua morte possa essere un risveglio”. I familiari invitano i giovani a riflettere
“La sua morte possa essere un risveglio, una presa di coscienza e un cambiamento di vita di tutti i ragazzi e i giovani e una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei genitori. Se ci uniamo e lottiamo insieme, possiamo vincere la battaglia. Il male non deve prevalere sul bene”. Lo dice don Antonino Nuara, un prete da sempre in prima linea contro il consumo di droga nella città di Ribera. L’ennesimo richiamo è stato fatto a poche ore di distanza dai funerali della trentatreenne morta verosimilmente per overdose.
I genitori della giovane hanno voluto diffondere un toccante messaggio destinato a tutti i giovani di oggi e di domani e un invito ai cittadini a donare delle offerte in denaro per una raccolta fondi destinata al funzionamento del centro di ascolto e orientamento di Ribera, nato qualche anno in occasione della scomparsa di un altro giovane sempre per uso di sostanze stupefacenti.
“Ci provi ogni giorno, in ogni modo a salvarli, ma non è semplice, spesso impossibile. Tutto l’amore che puoi offrire è insufficiente e questo ti fa sentire davvero impotente – inizia così il messaggio della familiari -. Nessuno può farcela da solo. Né a salvarsi, né a salvarli. Vogliamo che l’ennesima perdita di una giovane vita per il nostro paese sia un monito, una sveglia che ci faccia sentire davvero una comunità che insieme si impegna ad affrontare questa realtà guardandola in faccia in tutta la sua drammaticità”.
“La morte di nostra figlia è un dolore di tutti, di questo paese, di ogni genitore. È un dolore che riguarda tutti i ragazzi e le ragazze che pensano che da soli possono farcela, che pensano che la droga sia un modo per affrontare la vita, una possibilità, tra le altre, per superare momenti difficili o più banalmente per aumentare lo sballo di una serata qualsiasi. Non lo è affatto”.
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