Dalla generosa donazione di Domenico Dolce, alla riapertura dell’Ipogeo. Il Giardino della Kolymbethra riparte dall’estate con una serie di iniziative e novità per ridare davvero la capacità di raccontare al meglio una storia nella quale si può rispecchiare il mondo intero, ma anche per permettere a questo monumento icona di essere ritrovato e vissuto dagli agrigentini oltre che dai turisti.
“Siamo tornati alle origini, agricoltori che producono frutti e bellezza”. Giuseppe Lo Pilato non ha alcun dubbio: il futuro agronomico e paesaggistico del Giardino deve puntare con forza alla crescita delle colture e alla valorizzazione del lavoro degli agricoltori per essere a misura anche di famiglie e bambini. “Gli agricoltori devono essere i protagonisti fondamentali della conservazione di questo territorio destinato ad accrescere sempre più nel tempo la sua connotazione di paesaggio culturale di grande pregio e bellezza”. Agronomo professionista, Lo Pilato, da circa vent’anni, è il project manager della Kolymbethra. Affidato in concessione al FAI dalla Regione Siciliana nel 1999, il Giardino, che è un raro gioiello archeologico e agricolo, ha presentato un nuovo cartellone ricco di eventi per l’estate 2021 a cominciare dalla riapertura dell’Ipogeo che è stato reso visitabile già da venerdì scorso. Tra i primi ad accedere nell’ipogeo che si allunga per quasi 200 metri sino a Porta V, il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa e il sindaco Francesco Miccichè. A permettere il restauro e la fruibilità dell’opera, realizzata dagli schiavi cartaginesi nel V secolo a.C, è stata una sinergia tra Parco Archeologico, Fondo Ambiente Italiano che gestisce la Kolymbethra e l’associazione di speleologi “Agrigento sotterranea” che effettua le visite guidate. “L’antica Akragas disponeva infatti di importanti opere per il drenaggio delle acque che avevano anche il compito di creare invasi per uso potabile, come lo era quello della vasca della Kolymbethra. Non a caso – sottolinea il sindaco – siamo nella città che Pindaro definì la più bella tra i mortali”.
Intanto Domenico Dolce ha donato 300 mila euro per le casette Montana”
Intanto Domenico Dolce ha donato 300 mila euro per le “casette Montana”. Lo ha annunciato Marco Magnifico, in questi giorni in visita ad Agrigento come ha ricordato il direttore regionale del FAI Giuseppe Taibi. “Ci sono tanti progetti per ritrovare speranza e ripartire – dice – in questi giorni abbiamo incontrato le autorità perchè vogliamo rilanciare la ricandidatura di Agrigento a capitale della Cultura, il museo di città e il treno storico”.
“Qualche anno fa, mi incapricciai della Casette Montana, che erano le case dei contadini che coltivavano il Giardino, e dopo 20 anni siamo riusciti a comprarle”. – Ha ricordato Marco Magnifico nella sua visita ad Agrigento – “Cadevano a pezzi, ma non sono crollate perchè sapevano che il FAI le avrebbe comprate e il FAI nella sua storia ha comprato solo due beni: un castello in Piemonte e le casette in Sicilia. Mi piace dire che Domenico Dolce, con il quale lavoriamo a Polizzi Generosa, ha deciso di donare al FAI 300 mila euro per l’inizio dei restauri”. Ha concluso Marco Magnifico.