La scelta del Parco Archeologico della Valle dei Templi, che ha finanziato l’opera, di riportare in posizione verticale uno dei telamoni del Tempio di Zeus rappresenta un’operazione culturale che certamente aumenterà ulteriormente il potere di richiamo che il Parco esercita su visitatori e studiosi.
Un’iniziativa che assume anche un forte significato simbolico in occasione del prossimo anno quando si festeggerà l’anniversario che ricorda la fondazione di Agrigento.
Rialzare un gigante di queste proporzioni, che riporta alla memoria la maestosità delle opere del tempo, è senz’altro un modo suggestivo per celebrare i 2600 anni dalla fondazione della città e fare memoria di una grande tradizione sociale e culturale.
Attraverso la tecnica dell’anastilosi vedremo risorgere uno dei giganti che sorreggeva la trabeazione di un tempio che era uno dei più grandi dell’antichità, una tecnica che consente di rimettere insieme i pezzi di un così importante reperto archeologico, che rappresenta un forte simbolo identitario della città.
Se possiamo dare per scontati i riscontri che l’operazione consentirà di registrare, nello stesso tempo sarebbe auspicabile che il rialzarsi del gigante possa essere la metafora di una voglia di riscatto della città, un modo non solo simbolico ma concreto di celebrare i 2600 anni.
Salvatore Pezzino
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