Favara che non dimentica, ricorda con gratitudine i suoi figli illustri, pur nel travaglio dei tanti problemi che in atto l’affliggono, a partire dalla gravissima situazione finanziaria. Li ricorda perché ieri come oggi, Favara deve trovare il coraggio di reagire con le forze che non mancano nel suo tessuto sociale, ed anzi prendendo stimolo ed esempio dei suoi tanti, ma proprio tanti figli illustri. Figli di questa Favara, che nei diversi settori, da quello civile a quello politico, scientifico, militare, culturale ed ecclesiale, si sono distinti per nobili ed alti ideali condivisi e praticati; distinti per capacità, preparazione culturale, altruismo, onestà e correttezza, generosità e dedizione, assoluta fedeltà al proprio dovere, sino all’eroismo, sacrificando anche la propria vita per il bene comune. Non si possono dimenticare, per esempio, figure come il barone Antonio Mendola, Calogero Marrone, Gaspare Ambrosini, Mons. Antonio Giudice, il Vescovo Filippo Iacolino, il chierico Calogero Santamaria, Antonio Vaccaro. E proprio quest’ultimo, cioè il capitano Antonio Vaccaro è stato ricordato appena qualche giorni fa’ nella grande Sala del Castello Chiaramontano di Piazza Cavour. A cui, tra l’altro, da tempo è dedicata una delle piazze principali della città, in cui sorge il Calvario con la grande Croce, piantata nel centro geografico che è anche il centro morale della Città. Antonio Vaccaro, avvocato-sindaco-capitano, è stato ricordato nell’ambito del ricordo del “Centenario della Vittoria” di quella che è passata alla storia come la Grande Guerra 1914-18. Un evento questo, organizzato dall’Associazione culturale “Penna sottile”, dal Comune di Favara, dalla Società Agrigentina Storia Patria e dal Liceo M.L.King di Favara. Una manifestazione iniziata con il doveroso omaggio ai Caduti, con la Canzone del Piave, quindi l’Inno Nazionale ed un momento di preghiera con l’Arciprete don Giuseppe D’Oriente, a cui è seguito il saluto della sindaca Anna Alba, del dirigente scolastico del Liceo M. L. King, Salvatore Pirrera e di Lillo Montaperto, vicepresidente dell’Associazione Penna Sottile. Quindi la presentazione del libro “Antonio Vaccaro, Avvocato – Sindaco – Capitano” scritto dal prof. Giuseppe Crapanzano, con relazioni del Cav. Gaetano Allotta che ha fornito il quadro storico degli eventi, di Etta Milioto che ha parlato della figura di Antonio Vaccaro, così come emerge chiaramente dai documenti anche inediti pubblicati nel libro e dall’on. Angelo La Russa che ha curato la prefazione , mettendo in risalto del capitano Vaccaro “la figura poliedrica, il militar eroico, l’avvocato insigne, il sindaco onesto e fattivo, letterato colto e poeta gradevole” . Tratti tutti che si colgono bene nel volume del prof. Crapanzano, a cui si deve l’onere della ricerca di documenti inediti, e la pazienza di raccogliere le testimonianze preziose dell’ultranovantenne sorella dello stesso Antonio Vaccaro, la signora Rosina, ancora lucidissima, che ha quasi “costretto” il Crapanzano a stendere la biografia del grande fratello, morto da eroe nel 1916,la cui salma è conservata all’interno della Chiesa Madre di Favara, con altri eroi martiri, caduti nella stessa guerra. La manifestazione al Castello ha visto anche alcuni interventi dei nipoti e pronipoti dell’illustre figlio di Favara, che hanno letto alcuni brani del libro, mentre l’intervento conclusivo è stato quello dello stesso autore, Giuseppe Crapanzano. Diego Acquisto