Favara, Anna Alba: la famiglia era già in quarantena, rispettiamo la privacy – VIDEO
Nuovo videomessaggio del sindaco di Favara Anna Alba. Il primo cittadino invita la cittadinanza ad essere cauta e ricorda che la famiglia della favarese è già in autoquarantena da diversi giorni. Alba poi invita a rispettare la privacy. La famiglia della donna ha già dato mandato al suo legale per porre fine allo sciacallaggio sui social.
Il riferimento è alla donna di 76 anni di Favara è risultata positiva al Coronavirus.
La signora, che non è grave, si trova ricoverata all’ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento e a breve dovrebbe trasferita a Enna o a Caltagirone. A confermare la positività al tampone della pensionata, che in ospedale era arrivata senza sintomi e per sottoporsi a un intervento già programmato, è il sindaco Anna Alba. “Ho sentito i familiari, che responsabilmente si sono già messi in quarantena. La signora è, comunque, in buone condizioni di salute”, spiega all’Adnkronos il primo cittadino. Secondo le prime informazioni, la donna sarebbe entrata in contatto con un nipote arrivato dalla Lombardia a fine febbraio, ma che si sarebbe posto in auto-isolamento subito dopo.
“Nessuno dei familiari presenta sintomi”, dice il primo cittadino, che ai propri concittadini rivolge un appello: “Non è una ‘caccia alle streghe’, in questo momento bisogna restare lucidi e usare il buonsenso.
La situazione, come ha riportato Adkronos, è emergenziale e ora più che mai è necessario adottare tutte le precauzioni e cercare di uscire il meno possibile da casa”.
Un appello alla prudenza che il sindaco rivolge ai propri concittadini che sino a questo momento sembravano non aver colto la gravità della situazione. “Abbiamo visto nei giorni passati molta gente in strada – dice -. Adesso che anche nella nostra comunità si è registrato un primo caso e nella speranza che possa essere un caso isolato serve una maggiore consapevolezza. E’ un’emergenza sanitaria, non è un gioco e la situazione può davvero in maniera molto veloce sfuggire di mano. Abbiamo in mano le nostre vite, quelle dei nostri figli e della nostra comunità: restare a casa è un obbligo”, conclude il primo cittadino.