Nel 2022 un pensionato agrigentino, beneficiario di “Quota 100”, si era dilettato per qualche ora a fare la comparsa per le riprese di un film girato nella Valle dei Templi, percependo un compenso di 89 euro. Una somma irrisoria se paragonata ai 24.752,08 euro richiesti dall’Inps tramite un provvedimento per il recupero dell’intera annualità della pensione percepita nell’anno 2022, ritenuta indebitamente percepita proprio per quella piccola ed occasionale somma di 89 euro. Il Tribunale di Agrigento si è pronunciato su un caso particolare e con pochissimi precedenti in Italia e accogliendo il ricorso e le argomentazioni del difensore del pensionato, l’avvocato Davide Ciccarello, ha condannato l’Inps, in quanto non ha titolo per chiedere la restituzione della somma di 24.752,08 euro erogata all’agrigentino nel periodo 1 gennaio 2022 – 31 dicembre 2022.
Per l’istituto previdenziale, infatti, la fattispecie rilevata sarebbe stata quella della violazione del divieto di cumulo di pensione e reddito da lavoro dipendente imposto dal legislatore a chi ha usufruito di “Quota 100”. Un divieto giustificato dal regime di pensionamento anticipato e che si pone l’obiettivo di garantire un’effettiva uscita dal mondo del lavoro dei pensionati, al fine di sostenere il ricambio generazionale. L’interpretazione dell’Inps, che ha notificato al pensionato un accertamento di somme indebite percepite con richiesta di restituzione della somma di 24.752,08 euro, intero ammontare pensionistico percepito nell’anno 2022, ha costretto l’agrigentino, assistito dall’avvocato Davide Ciccarello, a presentare un ricorso al Tribunale di Agrigento, sezione lavoro.
Per il pensionato non si è chiaramente trattato di un rapporto lavorativo subordinato e l’esperienza divertente di comparire in un film come figurante in un’unica scena girata in un solo giorno nella Valle dei Templi, non ha determinato, come sostenuto dal legale, un reinserimento nel mondo del lavoro e tanto meno un danno al sistema di ricambio generazionale. A risolvere la controversia è stata la recente sentenza del Giudice del lavoro di Agrigento che ha ritenuto che la prestazione resa dal pensionato agrigentino, contrariamente a quanto sostenuto dall’Istituto previdenziale, non può integrare l’ipotesi di incompatibilità con la pensione “Quota 100”, in quanto il ricorrente, in ragione della sua partecipazione come comparsa per un solo giorno, non ha percepito alcun reddito da lavoro dipendente bensì un reddito da lavoro occasionale ottenendo un compenso pari a 89 euro.
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