Stanno studiando le strategie difensive gli avvocati di fiducia di Luigi Costanza, 77 anni di Comitini accusato di essere l’esecutore materiale del duplice omicidio di Gaetano e Salvatore La Placa, padre e figlio, uccisi il 14 ottobre 1992 nelle campagne di San Biagio Platani nell’Agrigentino, e delle sorelle Carmela e Rosalba La Placa, rispettivamente di 56 e 67 anni, ritenute, in concorso, le mandanti del delitto assieme alla madre, Rosalia Guadagnano (che nel frattempo è deceduta). Costanza, che abita a Comitini, è difeso dagli avvocati Gaetano Timineri e Valentina Buongiorno; Rosalba La Placa residente a San Biagio Platani, si è affidata alla tutela legale dell’avvocato Nino Gaziano e Anna Gaziano Mongiovì del foro di Agrigento mentre Carmela La Placa residente a Santo Stefano di Quisquina ha nominato l’avvocato Sergio Spallino del foro di Sciacca.
L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato dalla Procura di Agrigento alle persone indagate ed ai loro difensori che hanno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni dei propri difensori, chiedere al pubblico ministero il compimento di atti d’indagine, nonché di presentarsi per rilasciare dichiarazioni o chiedere di essere sottoposti ad interrogatorio.
Secondo la ricostruzione della Procura su quello che era considerato un “Cold case”, le due donne, figlie di Gaetano e sorelle di Salvatore, insieme alla madre Rosalia Guadagnano sarebbero le ideatrici dell’omicidio dei congiunti maturato in un clima di aspri dissidi familiari. Non avrebbero sopportato i soprusi del padre-marito e la decisione di quest’ultimo di allontanare dall’abitazione il genero, Benedetto Losi. Così, piuttosto che denunciare, avrebbero commissionato il delitto a Luigi Costanza, all’epoca venditore ambulante di abbigliamento nonché amico di famiglia delle vittime. Furono moglie e figlia, secondo quanto ricostruito, ad avvisare il killer non appena Gaetano La Placa, in compagnia di Salvatore, lasciò l’abitazione per dirigersi in contrada Mandralia dove avvenne il delitto. Padre e figlio, a bordo di una Fiat 127, vennero fatti accostare da Costanza che sparò alla testa prima al padre e poi al figlio. A Costanza, come corrispettivo per i due omicidi, furono consegnati 50 milioni di lire, una Jeep e dei cani da caccia.