Attraverso falsi documenti contabili e fiscali assicuravano permessi di soggiorno a cittadini della comunità senegalese di Agrigento. La Guardia di finanza, nell’ambito dell’operazione denominata “Illegal Stay”, ha arrestato quattro persone accusate di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione. Tre sono finiti in carcere: si tratta di N.V., 55 anni, titolare di uno studio contabile e di diversi noti patronati ad Agrigento; M.T.F, 44 anni, e P.N., 67 anni, rappresentanti della comunità senegalese agrigentina. Ai domiciliari, invece, è finito un imprenditore S.R., 34 anni di Raffadali. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, è stata eseguita dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Agrigento, guidati dal colonnello Rocco Lopane, con la collaborazione del personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura agrigentina.
Secondo l’accusa gli stessi si sarebbero associati allo scopo di favorire la permanenza illegale sul territorio nazionale di soggetti extracomunitari, tutti senegalesi, richiedenti il permesso di soggiorno fornendo loro documenti contabili e fiscali, quali bilanci di esercizio, dichiarazioni fiscali, scontrini e fatture per acquisto merce, ritenuti falsi e attestanti elementi e dati non veritieri mediante la predisposizione di contratti di locazione o dichiarazioni di ospitalità non rispondenti alla reale situazione alloggiativa degli stranieri richiedenti. Con quella documentazione dimostravano agli uffici di Pubblica sicurezza il possesso di requisiti della legge sugli stranieri per il conseguimento del permesso di soggiorno.
Al vertice dell’organizzazione, in qualità di promotore, ci sarebbe il ragioniere N.V., che avrebbe predisposto false dichiarazioni fiscali e bilanci d’esercizio delle ditte individuali degli stranieri richiedenti permesso di soggiorno con dati non veritieri, impartendo loro direttive e indicazioni sulle modalità di compilazione delle ricevute e degli scontrini fiscali e delle fatture di acquisto al fine di farli coincidere con i dati relativi ai costi di acquisto e ai ricavi di vendita riportati nei bilanci e nelle dichiarazioni fiscali falsi.
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