Il governo siciliano ha trasmesso a Roma tutta la documentazione necessaria.
Un anno di emergenza idrica e di interventi straordinari in Sicilia. Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per la siccità nell’isola, come richiesto nei giorni scorsi dalla giunta regionale, per una durata di 12 mesi, stanziando i primi 20 milioni di euro, con la possibilità di incrementare le risorse in tempi brevi già nel corso dell’attuazione dei primi interventi. Alla riunione a Palazzo Chigi ha partecipato anche il presidente della Regione. Il governo siciliano ha già trasmesso a Roma tutta la documentazione necessaria, stilando una lista degli interventi necessari a ridurre gli effetti della crisi dovuta alla mancanza di piogge. Le soluzioni proposte dalla cabina di regia, guidata dal governatore e coordinata dal capo della Protezione civile regionale, sono differenziate in base ai tempi di realizzazione.
Tra quelle di rapida attuazione, l’acquisto di nuove autobotti nei Comuni in crisi e la sistemazione di altri mezzi in un centinaio di enti locali; circa 130 interventi tra rigenerazione di pozzi esistenti, trivellazione di pozzi gemelli e riattivazione di quelli abbandonati, oltre al revamping di una trentina di sorgenti; il potenziamento degli impianti di pompaggio e delle condotte; la realizzazione di nuove condotte di interconnessione e bypass.
Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, esprime apprezzamento a seguito della dichiarazione – su proposta del ministro Musumeci (nella foto) e in presenza in Consiglio dei ministri del presidente Schifani – dello stato di emergenza nazionale relativamente alla crisi idrica in Sicilia, e del conseguente primo stanziamento di 20 milioni di euro per gli interventi immediati. Miccichè afferma: “Ringrazio il ministro Musumeci per avere accolto e condiviso il mio accorato appello rivoltogli in due recenti occasioni. In particolare a Gaeta, al Forum sul Mare, gli ho personalmente consegnato un apposito documento che adesso ha sortito effetti positivi. Plaudo ancora una volta al costante e proficuo impegno del presidente Schifani a sostegno delle istanze più incombenti nel territorio, soprattutto agrigentino. Sottolineo inoltre che il governo Meloni ha riconosciuto la provincia di Agrigento tra le più afflitte dalla crisi idrica, e pertanto destinataria dei primi interventi a tampone. Tutto ciò è ulteriore conferma della efficacia delle modalità che ho impresso da sempre al mio agire politico, ovvero spontaneo, genuino e incisivo, per nulla incline agli annunci e ai facili riflettori”.
E, intanto, il CODACONS, chiede azioni per affrontare la crisi idrica “accertata la perdita del finanziamento di 49 milioni per i rifacimento della rete idrica della città”, tuona Giuseppe Di Rosa, che continua: “Il Codacons è deluso dalla mancanza di progressi tangibili nella gestione della crisi idrica da parte delle autorità locali. Mentre il Sindaco parla di coinvolgimento del governo nazionale o di fantomatiche misure straordinarie(concessi per lo stato di crisi nazionale dal governo 20 milioni di euro per tutta la penisola quando il comune di agrigento ha perso un finanziamento di 49 milioni cioè più del doppio), i cittadini rimangono nell’incertezza riguardo alle soluzioni immediate e pratiche che verranno implementate.”