Che il 2020-2021 sarebbe stato un anno scolastico anomalo , causa pandemia , era scontato già dall’inizio delle lezioni. Una situazione nuova e che ha messo sicuramente molta ansia e paura nei genitori. Sono tanti a chiedere chiarezza e a lamentare le dinamiche attuate dall’Asp di Agrigento quando si registra un caso di positività in una classe. E’ con una lettera che mamma Zelia, sua figlia frequenta la scuola Montessori di Agrigento, si rivolge ai Dirigenti dell’Asp e a tutti coloro che si occupano dell’emergenza sanitaria in città. “Da qualche tempo- dice Zelia Di Giuseppe- durante il bollettino dei contagi, ci si lamenta del fatto che nonostante Agrigento sia la provincia, ad oggi con più comuni rossi di tutta la Regione, i contagi non si riescono a contenere e il tutto viene imputato ad un comportamento non in linea con quelle che sono le direttive legate alle misure di prevenzione. Oggi mi rendo conto che tutto questo non è imputabile solo ai civili cittadini ma anche all’Asp di Agrigento che nella gestione della pandemia ha un ruolo fondamentale. Da Sabato 10 Aprile la famiglia della bambina in classe con mia figlia ha fatto il tampone e avvertito la classe e le insegnanti di quello che stava accadendo. Il lunedì 12 Aprile di comune accordo abbiamo deciso di non mandare i bimbi a scuola, nell’ attesa della risposta del tampone. Alle ore 22:00 i risultati dei tamponi non erano ancora disponibili e dalle 22.30 la piattaforma destinata dall’Asp alla lettura dei referti andava in tilt e non era ancora possibile. Veniamo a conoscenza del risultato del tampone in tardissima serata tra lunedì 12 e martedì 13. Saputa la notizia avvertiamo le insegnanti martedì e il preside che non prende subito provvedimenti perché l’Asp non ha ancora comunicato nulla alla scuola. Bene l’Asp non comunicherà nulla perché l’unica comunicazione che arriva alla scuola è quella della famiglia, sotto mio consiglio. Ad oggi mercoledì 14 le famiglie non hanno avuto alcuna comunicazione riguardo la quarantena preventiva.” A scopo preventivo, il dirigente dell’istituto Montalcini di cui fa parte il plesso Montessori, Luigi Costanza, ieri pomeriggio, ha concordato insieme al sindaco Miccichè la sanificazione della struttura e la classe interessata oggi ha iniziato la didattica a distanza. Raccontati i fatti, Zelia Di Giuseppe, rivolge ai Dirigenti Asp e a chi di dovere una seria di interrogativi: “Tutto questo è normale? Tutto questo rientra in una attenta e impeccabile gestione del contenimento dei contagi? Perché l’Asp non avverte in maniera tempestiva i soggetti risultati positivi al COVID19? E per tempestivamente intendo appena si ha il risultato del tampone e non con i tempi di inserimento nella famosa piattaforma che sembra non funzionare poi così bene. Non è obbligo o funzione dell’Asp avvertire tempestivamente l’Istituto scolastico dove si accertano i casi di positività? Quali sono i tempi di messa in opera del protocollo per arginare e contenere i contagi? In questa vicenda la fortuna vuole che tutte le famiglie dei bambini della classe, hanno scelto di mettere, per conto proprio, i bambini in quarantena già dal lunedì, hanno fatto tamponi a pagamento in drive in. Il lunedì potevamo mandare i nostri figli a scuola, con insegnanti che girano diverse classi, con fratelli più piccoli e più grandi che frequentano altre scuole, con genitori che vanno a lavoro, in banca, a fare la spesa ect… La fortuna vuole inoltre che la famiglia colpita dal COVID19, sia stata onesta, corretta e celere nell’informare chi aveva avuto contatti con loro, ma la gente non è tutta uguale e le cose non andranno sempre per il verso giusto. Da questo caso di positività, fino a prova contraria, potevamo divenire mine vaganti che portavano in giro il virus e di questo ritengo che l’Asp di Agrigento abbia una grande responsabilità. Credo che questo “non fare” o ”fare con tempi dilatati” non sia in linea con nessuna delle misure preventive che bisognerebbe attuare; credo che un Ente come l’Asp, in uno stato di emergenza, non possa avere tempi così lunghi; credo che l’Asp non possa delegare alle famiglie l’avviso del contagio all’Istituto scolastico di appartenenza, avviso che deve essere recapitato in forma certificata. Credo che sia l’Ente a doverlo fare ed anche in maniera celere, perché se la comunicazione non è fatta dall’Ente non partono nemmeno i protocolli. Sono sicura- conclude mamma Zelia- che qualcuno ribadirà al mio dire che ci sono leggi sulla privacy, ebbene le comunicazioni dei contagi alle scuole possono essere fatte anche solo attraverso l’anno di nascita degli studenti, da cui poi si risale alla classe. Capite bene che se ogni contagio viene trattato come il caso appena raccontato, la metodologia di azione dell’Asp di Agrigento diviene una dei principali fattori del mancato contenimento del virus.”