La provincia di Agrigento si candida a diventare la regina delle case a 1 euro in Sicilia. Il progetto, partito ormai anni fa, per il volere dell’amministrazione comunale di Salemi, quando il sindaco era Vittorio Sgarbi, dopo la provincia di Trapani è approdato anche nell’agrigentino, ed in particolare nel comune di Sambuca. L’idea di cedere le case a 1 euro, per recuperare e riabitare il centro storico trova riscontro anche nel consiglio comunale di Agrigento. Nel piano dei beni alienabili approvato in aula, ci sono gli immobili a 1 euro. A spingere in questa direzione è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia Gerlando Piparo. Il dinamico consigliere ha trovato nella pubblica assise piena condivisione a questa idea. Piparo osservando quello che accadeva a Sambuca di Sicilia, dove si è registrato un boom di stranieri con ‘Case a 1 euro’, ha deciso di esportare il modello nel capoluogo. Un successo tale quello del comune agrigentino, tanto che nel mese di novembre scorso sono state aperte persino le buste contenenti le offerte per 8 immobili che il comune ha venduto con il bando denominato “Case a 2 euro”, promosso dopo il successo ottenuto dalla precedente operazione “Case a un euro”, che risale a un paio di anni fa. “Credo – afferma Piparo – di essere riuscito a scardinare un sistema che durava da circa 30 anni. Oggi nel centro storico di Agrigento – afferma – si può guardare al futuro con ritrovato entusiasmo”. L’idea è quella di mettere a bando subito alcuni ruderi che sono già stati individuati nel centro storico cittadino. Il dibattito è aperto. Nel centro storico del capoluogo esistono troppi edifici abbandonati, per alcuni è complicato persino individuare i proprietari. Si tratta spesso di immobili ereditati da gente che ad Agrigento non vive più da decenni. Persone che si sono trasferite fuori e che hanno perso interesse per la loro città di origine. Oggi il mercato viene spinto dalla domanda turistica. Molti giovani cercano case da ristrutturare per trasformarle in strutture ricettive. La strada però è lunga e tortuosa. Individuare proprietari, convincerli a vendere ad un prezzo ragionevole e poi avviare l’iter della ristrutturazione. Il centro storico cittadino si è svuotato alla fine degli anni 80 a causa di scellerate politiche di decentramento. Gli uffici più importanti, compreso tribunale e università sono stati allocati in periferia. Il centro è presto diventato spettrale, all’inizio degli anni 2000 i primi pericolosi crolli.
Foto di Marco Gallo
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