Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, con propria ordinanza, ha accolto il ricorso presentato da una giovane coltivatrice diretta e titolare di una azienda agricola agrigentina, avverso la ordinanza cautelare emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale che aveva rigettato la richiesta sospensiva del provvedimento impugnato.
La giovane imprenditrice, rappresentata e difesa dagli avvocati Gaetano e Vincenzo Caponnetto, aveva richiesto al Comune di Agrigento il permesso per la costruzione, su terreno di sua proprietà, di un capannone da adibire alla trasformazione e degustazione di prodotti agricoli, con annesso mulino a pietra.
Per la realizzazione del manufatto la titolare dell’azienda aveva conferito terreni di sua proprietà, per una estensione complessiva maggiore di mq. 10.000, avendo accorpato a quelli originari anche altri lotti di identica destinazione agraria come previsto dalle norme di attuazione del PRG di Agrigento. Malgrado la stessa si fosse conformata alle prescrizioni dettate in materia, il Comune aveva denegato il rilascio del permesso di costruire. A seguito di ricorso, il TAR respingeva, su una errata considerazione dei fatti e di applicazione della norma, la domanda cautelare. Così, la giovane titolare dell’azienda, proponeva ricorso in Appello al CGA.
Gli avvocati Gaetano e Vincenzo Caponnetto, hanno censurato il rigetto della sospensione cautelare con argomentazioni sia sulla fondatezza dell’Appello, che sul pregiudizio derivante dalla mancata partecipazione ai benefici previsti per le iniziative imprenditoriali agricole; il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha così accolto l’istanza cautelare.
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