Mandati a processo Ettore Di Ventura, sindaco di Canicattì, e Vincenzo Corbo, suo predecessore. Le accuse a loro carico sono d’abuso di ufficio, perché, avallando il trasferimento di una dipendente, le avrebbero consentito di guadagnare un maggiore stipendio non dovuto costringendo una collega a un maggiore carico di lavoro nello stesso ufficio con la stessa retribuzione. Il rinvio a giudizio, richiesto dal procuratore Salvatore Vella, è stato accolto dal giudice dell’udienza preliminare Luisa Turco.
La prima udienza è stata fissata per il 22 gennaio davanti ai giudici della seconda sezione penale presieduta da Wilma Angela Mazzara. Si indaga su due nulla osta firmati il 19 novembre 2014 da Corbo e il 20 ottobre del 2016 da Di Ventura, che nel frattempo aveva preso il suo posto diventando sindaco. I due avrebbero dato il via al trasferimento di un dipendente con la funzione di “funzionario avvocato”, in modo del tutto illegittimo, trasferito all’Ospedale Villa Sofia Cervello di Palermo per due annualità, provocando un ingiusto vantaggio patrimoniale e un danno ingiusto alla dipendente che restò all’ufficio del Comune.