Allarme degli operatori del settore della ristorazione, bar e pasticcerie che con il nuovo Dpcm finalizzato a contenere i contagi da Covid-19 hanno deciso di chiudere. Ad Agrigento e dintorni come è noto molti di questi locali lavorano soprattutto la sera. Tanti hanno deciso di abbassare le saracinesche prima del previsto, chiudono in attesa degli aiuti promessi del governo Conte, chiudono per limitare i danni, contenere i costi e sperare in tempi migliori.
“Gli aiuti siano significativi e subito – affermano il presidente facente funzione di Confcommercio della provincia di Agrigento Alfonso Valenza e la presidente Fipe Gabriella Cucchiara – con riferimento ad un settore che sta pagando un conto economico salatissimo con conseguenze tragiche, chiediamo alle Istituzioni di tenere conto del sacrificio dei nostri operatori prevedendo degli strumenti concreti e adeguati incentivi per risollevare il settore”. (La nota completa)
Alcuni locali del centro città come Dacanto, non proprio fortunatissimo dal giorno della sua inaugurazione ha dovuto imbattersi prima con il lockdown e poi con misure ristrettissime hanno deciso di anticipare le ferie: “Torneremo presto dicono”
“Siamo un paziente in terapia intensiva cui il Governo ha deciso di staccare la spina, i nostri dipendenti sono disperati, alcuni aspettano ancora la cassaintegrazione e gli aiuti promessi in passato non sono mai arrivati anche perchè nel frattempo continuano ad arrivare bollette, scadenze e tasse di ogni tipo. Noi resistiamo, abbiamo voglia di non mollare, ma fino a quando?”. Commenta Gabriela Arcieri.
A San Leone ci sono ristoranti che hanno deciso di anticipare le ferie.
Chiusi per ferie Caico, Marco Polo, Kokalos e altri locali stanno valutando il da farsi.
Per fortuna la stagione estiva è stata tra le migliori di sempre. Si è lavorato tanto, ma ora?
Un settore, peraltro, che ha colto da subito l’importanza della sicurezza della salute, dei lavoratori e dei clienti.
Amaro anche lo sfogo di Mario Ciulla di Granofino.
E come osservano in molti del settore: “Si continua a scaricare la responsabilità sulle nostre imprese per coprire le proprie responsabilità e questo non è più accettabile. Ci sono stati imposti dei protocolli di sicurezza ristrettissimi e nonostante la grande difficoltà noi ci siamo indebitati per rimettere al centro la sicurezza nei nostri luoghi”.
“Nonostante il nuovo DPCM noi siamo sempre bellissimi – commenta Alfonso Sanfilippo – titolare de Il Re Di Girgenti”. Ma il suo è un commento amaro. Posta una foto del locale in attività a pranzo e spera che la gente cambi le abitudini.
Intanto, tornado alle affermazioni di Fine e Confcommercio, i rappresentanti di categoria, sottolineano come le chiusure anticipate dei locali, decretano anche la morte dei centri storici.
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