Morì povero e in solitudine, in uno dei padiglioni dell’ex ospedale psichiatrico di Agrigento. Venne sepolto nel cimitero di Bonamorone, in un tomba a ridosso del muro di cinta con una “finestrella” aperta, per poter continuare a guardare la “sua” Valle dei tempi. A 150 anni dalla nascita di sir Alexander Hardcastle (Londra, 25 ottobre 1872) si ricorda con una serie di visite e un convegno, la figura del mecenate inglese, cittadino onorario di Agrigento, innamorato delle bellezze archeologiche dell’antica Akragas e che spese tutti i suoi denari per riuscire a valorizzare i templi greci.
Lunedì 24, a cura del Cepasa, del Parco Archeologico e del Comune di Agrigento, si commemora Hardcaslte con la visita all’ex ospedale psichiatrico (alle 10 e 30) mentre alle 15 e 30 si terrà un momento di raccoglimento davanti alla sua tomba.
Il giorno dopo, 25 ottobre, alle 16 e 30 presso la sala Zeus del Museo Archeologico è in programma il convegno “L’uomo, l‘archeologo, il suo tempo”. Dopo i saluti del direttore del Parco Archeologico, Roberto Sciarratta, e del sindaco, Franco Miccichè, l‘archeologa Valentina Caminneci e lo storico Giovanni Tesè, relazioneranno sul personaggio inglese che più di ogni altro, contribuì a far conoscere le bellezze archeologiche, paesaggistiche e monumentali agrigentine, nel mondo. Concluderà i lavori il presidente del Cepasa, Paolo Cilona che da anni porta avanti con l‘ “Associazione Amici di sir Alexander Hardcastle” studi e ricerche sul famoso personaggio affinché non cada nell’oblio. All’iniziativa ha dato la propria adesione l‘ambasciatore inglese in Italia e sarà presente anche un rappresentante del Consolato generale inglese a Palermo.
Quando arrivò per la prima volta nella città dei templi, tra il 1920 e il ’21 dopo un inquieto peregrinare tra l’Europa, l’Africa e l’India, il capitano dell’esercito inglese Alexander Hardcastle venne subito colpito dall’intensità della luce e dai tramonti accesi che infiammavano i monumenti, toccando con mano l’irresistibile bellezza della classicità greca. Già all’epoca soffriva di disturbi nervosi e proprio per cercare di sfuggire alle sue ansie e depressioni, decise di stabilirsi in questo angolo della Sicilia. Invogliato, in questa sua decisione, dalla mitezza del clima e dal lento incedere della vita: elementi che gli permisero di coltivare i suoi interessi culturali e la passione per l’archeologia. Riuscendo anche ad intrecciare, in quel particolare periodo storico, denso di tensioni economiche e politiche, un forte legame tra l’Italia e la Gran Bretagna.
Nei dodici anni che trascorse ad Agrigento, sir Alexander Hardcastle, discendente di una famiglia della buona borghesia londinese con ricche partecipazioni minerarie, decise di portare avanti, sacrificando il suo tempo e il suo patrimonio, l’ambizioso progetto di far rifiorire la bellezza della mitica Akragas.
Il capitano spese tutto quello che possedeva per la realizzazione di un sogno estetico: il recupero e la valorizzazione del grande giacimento archeologico, perseguendo con tenacia l’obiettivo di scoprire, tra i tesori ancora nascosti nella millenaria Valle dei templi, il sito del teatro che l’antica città non poteva non possedere.
LORENZO ROSSO