Ha trascorso un anno in carcere, e altri mesi ai domiciliari con l’accusa di avere abusato della figliastra per sette anni. Un netturbino di Agrigento, e la compagna accusata di non averglielo impedito, sono stati assolti definitivamente. A mettere il definitivo sigillo sulla vicenda è stata la Cassazione.
Rigettato il ricorso del difensore della presunta vittima, l’avvocato Monica Malogioglio. I due imputati, difesi dagli avvocati Davide Casà, Nicola Grillo e Antonino Manto, erano stati assolti già in appello. L’operatore ecologico nel 2015 era finito in carcere, dopo la denuncia della ragazzina. Per la donna non venne applicata nessuna misura cautelare.
Dalle ricostruzioni della polizia la ragazza, all’epoca dei fatti minore, dall’età di circa dieci anni, sarebbe stata costretta a subire, e a praticare continui atti sessuali con il proprio patrigno. Il netturbino ha sempre respinto le accuse.
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