
La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la condanna a due anni e due mesi, inflitta in primo grado, nei confronti di Ignazio Natalello, 61 anni di Agrigento, accusato di avrebbe messo della colla nei lucchetti di quattro esercizi commerciali del Villaggio Mosè, nel tentato di estorcere una somma di denaro. Natalello, durante il processo aveva chiesto scusa ammettendo le proprie responsabilità e aveva millantato di “raccogliere” il denaro “mandato” dal boss Gerlandino Messina. E’ molto noto ad Agrigento per essere il capo dei “tammurinara” di S. Calogero ed era stato scagionato, già nel processo di primo grado, dalla stessa accusa dal “metodo mafioso” e si trova attualmente agli arresti domiciliari.