La vittoria c’è, i due punti finiscono in cassaforte, ma la furia di coach Devis Cagnardi non si placa. Dopo l’83-80 su Piacenza, il tecnico della Fortitudo Agrigento non fa sconti ai suoi e trasforma il post-gara in una durissima analisi, più che in una celebrazione.
«È una vittoria importante per la classifica – esordisce – perché affrontavamo una squadra che ci seguiva a sole due lunghezze. Vincere era determinante, soprattutto in emergenza e con tanti giocatori fuori». Ma il tono cambia subito. «Onestamente non sono per niente contento. L’approccio della mia squadra a una partita di questa importanza è inammissibile».
Cagnardi va dritto al punto, senza alibi. Le assenze non bastano a spiegare una prestazione che, secondo il coach, ha mostrato tutti i limiti emotivi del gruppo. «Siamo stati troppo morbidi, emotivamente e difensivamente. Abbiamo lasciato palle vaganti, sbagliato linguaggi difensivi, giocato con timore. Non riesco nemmeno a capire da dove arrivi, se non da una debolezza individuale».
Parole pesanti, che raccontano una squadra ancora fragile nonostante il successo. «Sapevo che sarebbe stata una partita difficilissima – continua – forse lo sapevo solo io. Poco importava vincerla di un punto o di trenta: noi stiamo lottando per salvarci». Ed è qui che l’analisi diventa quasi uno sfogo. «Siamo nella melma, in mezzo alla palude. In queste situazioni servono nervi, fisicità, un’attitudine completamente diversa da quella vista oggi».
Il tecnico biancazzurro non nasconde neppure quanto il finale avrebbe potuto raccontare un’altra storia. «La partita è stata vinta, ma poteva anche essere persa. Non abbiamo fatto nulla in più degli avversari per meritare davvero la vittoria: ce la siamo ritrovata tra le mani».
Alla fine resta il pragmatismo di chi guarda già avanti. «Prendiamo i due punti, resettiamo. Questa è una squadra fisicamente spappolata, ha bisogno di recuperare energie. Concederò qualche giorno di riposo, ma voglio che nel nuovo anno la mia squadra si ripresenti con un volto completamente diverso».
Il messaggio è chiaro: la Fortitudo ha vinto, ma per Cagnardi non basta. La salvezza passa dalla classifica, sì, ma soprattutto da un cambio netto di mentalità. Leggi anche: Conti infinito, Fortitudo col brivido: Piacenza piegata 83-80 al PalaMoncada
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