Una maxioperazione denominata “Stella cadente” della Guardia di finanza e della polizia di Stato, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Brescia, e della Direzione distrettuale antimafia della città lombarda, in diverse province d’Italia, ha portato a oltre settanta arresti e al sequestro di beni per 35 milioni di euro. Ad accertare l’operatività di una cosca mafiosa di matrice “stiddara”, con base a Brescia, che ha pesantemente inquinato diversi settori economici, attraverso la commercializzazione di crediti d’imposta fittizi, per decine di milioni di euro.
In trentacinque sono stati arrestati fra Gela e il territorio nisseno. Altri 15 fiancheggiatori dei “padrini” siciliani sono stati bloccati nel Nord Italia, per complessivi 75 soggetti, tre dei quali, sono stati catturati, due a Sciacca, posti ai domiciliari, e uno a Palma di Montechiaro, condotto in carcere. Gli indagati in totale sono 105.
I boss sopravvissuti a Cosa Nostra di Totò Riina, e cosiddetti perdenti, ora comandano, e sono diventati manager nel settore alimentare e dell’intermediazione finanziaria. Smantellata la cosca Di Giacomo. Stando alle intercettazioni, aveva una potenzialità “militare” costituita da 500 persone. Le infiltrazioni erano arrivate anche al nord inquinando – secondo la ricostruzione della Procura – diversi settori economici attraverso la commercializzazione di crediti d’imposta fittizi per decine di milioni di euro
Cinquecento uomini armati erano pronti a scatenare una nuova guerra di mafia, dopo quella persa negli anni Ottanta contro la Cosa Nostra di Totò Riina.
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