“Voi non siete nessuno, vi ammazzo, vi butto a mare, e vi brucio le macchine tanto al massimo mi faccio altri 5 mesi di sorveglianza. Non mi fate paura, io sono Dio”. Queste e altre minacce sarebbero state pronunciate da Salvatore Gangarossa, cinquantenne, di Porto Empedocle, all’indirizzo dei carabinieri che erano intervenuti nella zona del porto, su segnalazione di alcuni passanti infastiditi per la sua ubriachezza molesta.
L’empedoclino avrebbe anche afferrato per un braccio e per la gola i militari, e avrebbe pure tentato di colpirli con una testata, dopo essere stato bloccato. Senza non poche difficoltà è stato arrestato per minacce e resistenza a Pubblico ufficiale, e violazione della Sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza a cui era sottoposto, e non poteva uscire dalla propria abitazione dalle 20,30 alle 7. I carabinieri lo hanno, invece, sorpreso per strada, a Porto Empedocle, nella tarda serata di mercoledì.
Posto ai domiciliari, il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Manfredi Coffari, al termine dell’udienza ha convalidato l’arresto, e accogliendo la richiesta del suo difensore, l’avvocato Davide Casà, lo ha rimesso in libertà, applicandogli l’obbligo di firma da adempiere tre volte alla settimana. Il pubblico ministero Sara Varazi aveva chiesto i domiciliari.
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