Ha respinto le accuse, Attilio Manisi, il 34enne, di Ribera, arrestato dai carabinieri della Compagnia di Sciacca, e della Tenenza riberese, con l’accusa di aver spacciato il metadone, causando la morte di A.C., ventunenne riberese. Lo ha fatto nel corso dell’interrogatorio di garanzia dinnanzi al Gip del Tribunale di Sciacca, Antonio Cucinella.
Manisi è finito in carcere per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, e morte come conseguenza di altro delitto. Il suo legale, l’avvocato Giuseppe Lo Giogo, ha chiesto la revoca della misura cautelare. Le indagini sono state avviate subito dopo la morte del 21enne per overdose.
Grazie all’esame del telefono cellulare del Manisi, è stato trovato uno scambio di messaggi, il cui contenuto inequivocabile faceva comprendere come, almeno sin da giugno di quest’anno, e fino al tragico epilogo del 9 novembre, avesse tra i suoi clienti A.C., a cui spacciava vari tipi di droga.
Il 34enne riberese è coinvolto anche in un altro procedimento penale, per furto di ricette, alla Guardia medica di Ribera.
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